Le immagini e i ricordi di un bambino prendono forma e si concretizzano in un libro adulto che ripercorre sentieri antichi, autobiografici e interpersonali. Una sorta di mediazione tra la passione paterna per i fumetti e quella materna per le arti “più nobili”. A Roma, presso la Libreria NoteBook dell’Auditorium Parco della Musica è stato presentato il 28 giugno Aenigma di Alberto D’Amico, Ifix editore. Insieme all’autore sono intervenuti Michela Becchis, Giuseppe Garrera e Marco Giovenale. Un’opera “Classica, leggera e pop”, ma anche “perturbante”.
La Dama con l’ermellino e San Giovanni Battista di Leonardo Da Vinci incontrano l’Uomo Mascherato. Potrebbe essere il titolo di un peplum anni cinquanta, forse un po’ surreale, oppure di un fumetto fantastico. La seconda ipotesi è più vicina alla verità, anche se non del tutto. Perché i fumetti rappresentano una parte della storia, il punto di partenza. Poi, però, lungo il cammino si uniscono altri generi artistici più classici, come la grande pittura. Il tutto legato da memorie d’infanzia, riflessioni autobiografiche e ironia introspettiva. A Roma, presso la Libreria NoteBook dell’Auditorium Parco della Musica è stato presentato il 28 giugno Aenigma di Alberto D’Amico, Ifix editore. Insieme all’autore sono intervenuti Michela Becchis, Giuseppe Garrera e Marco Giovenale.
“È in scena il conflitto tra padre e madre”, sottolinea l’autore Alberto D’amico, “Mio padre adorava i fumetti, mentre mia madre li detestava amando discipline diverse, più classiche. A quel punto un bambino cosa fa? Prova a mediare creando dentro di sé una sintesi in cui le contrapposizioni si risolvano”. Una sintesi che prende corpo solo molti anni dopo, ben prima del libro. “Creai i primi fumetti per me stesso, non avendo intenzione di renderli pubblici”, prosegue D’Amico, “e così fu per vent’anni. Li mostrai solo ad un mio amico che condivideva con me questo scenario un po’ folle. Ma era come farli vedere ad un altro me”. Poi, nel corso del tempo, grazie a conversazioni con amici “ogni lunedì alle nove”, nasce il libro vero e proprio.
Una scatola dei giochi rivisitata, quindi, “un’opera leggera, classica e pop” come detto da Michela Becchis, un oggetto infantile meditato nel corso degli anni e proposto al pubblico in forma adulta e spiazzante. In esso si ritrovano reminiscenze di una stanza paterna sempre chiusa, con tutte le sue simbologie, rielaborazioni inconsce di immagini lontane che formano un universo “perturbante e osceno” come sottolineato da Giuseppe Garrera che aggiunge: “Un libro pornografico, non innocente, che opera negli enigmi e nei misteri delle immagini”. Sin dalla copertina, assolutamente non editoriale ed emblematica. “La mescolanza tra la Dama con l’Ermellino e San Giovanni Battista che indica il cielo con L’uomo Mascherato, che però è una donna mascherata”. L’elemento androgino emerge chiaramente nelle figure che si uniscono e si sovrappongono, così come i significati legati alla dimensione sessuale e “perversa”. “Il libro sottopone ciò che è tabù, Santi e supereroi, al sovvertimento del tabù”, conclude Garrera, “dando fantasie oscene e pornografiche”.