Donne d’arte, ai Musei Capitolini un altro capolavoro in rosa

Donne d’arte, ai Musei Capitolini un altro capolavoro in rosa

Dopo la genovese Maria Luisa Raggi e la romana Maria Felice Tibaldi Subleyras, un nuovo nome femminile arricchisce, sia pur temporaneamente, la presenza di artiste nel percorso della Pinacoteca sul Campidoglio. Dall’8 giugno al 1° ottobre infatti, i Musei Capitolini ospitano “Lucrina Fetti, una pittrice romana alla corte di Mantova. Il ritratto di Eleonora Gonzaga (1622)”. Si tratta dell’unico ritratto firmato e datato che “suor Lucrina Fetti romana in S. Orsola, Mantova, ha fatto, 1622”, come si leggeva sul retro dell’opera prima della rifoderatura del 1981.

Un abito sfarzoso, adeguato ad un’imperatrice immortalata in tutta la sua regalità. Fili d’oro e pizzi, colori e dettagli, tutto evidenzia sontuosità e perfezione. Quella di Eleonora Gonzaga, moglie dell’imperatore Ferdinando II ed esponente di una delle più potenti famiglie dell’epoca, e soprattutto di Lucrina Fetti, artista nata a Roma con il nome di Giustina intorno al 1589, sorella del più noto Domenico. A Roma per la prima volta, in mostra dall’8 giugno al 1° ottobre nella Pinacoteca dei Musei Capitolini grazie ad un accordo tra la Sovrintendenza Capitolina, la Fondazione Palazzo Te e il Museo di Palazzo Ducale di Mantova, il dipinto “Ritratto di Eleonora Gonzaga” (1622), l’unico ritratto firmato e datato di Lucrina Fetti. Una delle opere più interessanti dell’artista, anche per il contributo che fornisce alla ricostruzione della presenza delle artiste donne a Roma tra XVI e XIX secolo.

Lucrina apprende a dipingere in famiglia, come era consuetudine per le artiste donne tra il XV e il XVII secolo. Quando il più celebre fratello Domenico giunge a Mantova chiamato da Ferdinando Gonzaga come pittore di corte nel 1614, Lucrina è con lui. In quel momento lei è già un’ottima pittrice, dato che la dote per entrare nell’importante convento di S.Orsola, in cui assume il nome di Lucrina, viene pagata dallo stesso Duca. S. Orsola è una delle corti femminili più raffinate d’Europa, un luogo d’arte e cultura, e Lucrina ha l’opportunità di diventare una delle artiste più in vista del mondo Gonzaga. “Esercitava il talento della pittura e con buona maniera e con amore operando”, scrisse di lei Giovanni Baglione ne Le vite de’ pittori.

La produzione artistica di Lucrina Fetti è principalmente interna al convento. I dipinti più interessanti sono i ritratti delle nobildonne Gonzaga. Quello di Eleonora è l’unico firmato e datato in quanto collegato alle nozze della giovane. L’opera in mostra a Roma è stata a lungo considerata una derivazione del ritratto eseguito da Justus Sustermans nel 1621 e custodito a Vienna, ma le differenze tra i due dipinti sono tali da far pensare che il quadro di Sustermans fosse precedente al matrimonio di Eleonora Gonzaga, mentre quello di Lucrina Fetti è successivo all’evento. La Fetti potrebbe essersi basata invece su un’altra opera di Sustermans, conservata però a Verona.

L’esposizione del dipinto di Eleonora Gonzaga costituisce un momento importante nel percorso di ricostruzione della presenza artistica femminile dell’epoca e incrementa la presenza di artiste nel percorso della Pinacoteca, rappresentate da altre due pittrici, la genovese Maria Luisa Raggi, attiva tra fine XVIII e l’inizio del XX secolo, e la romana Maria Felice Tibaldi Subleyras, moglie del più noto Pierre.

About Marco Bombagi

Laurea Magistrale in Scienze Politiche con indirizzo sociale e del lavoro conseguita nel giugno 2006. Praticante giornalista presso "Lumsa News" ( scuola di giornalismo dell'università Lumsa) da ottobre 2007 a ottobre 2009. Giornalista professionista dal 19 gennaio 2010. Autore del romanzo "La Valle di Erec" edito da Progetto Cultura