di Giuseppe Menzo
Un piccolo re raccontato da un grande attore
Torna in scena dal 13 al 15 Dicembre, presso il Teatro Argot di Roma, uno dei cavalli di battaglia dell’ormai conosciuto drammaturgo, attore e regista Alessandro Blasioli, che propone in questi giorni lo spettacolo Sciaboletta, incentrato sulla figura dell’ultimo re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Un monologo intenso, incalzante, che dal primo all’ultimo dei quasi 55’ della storia, aggancia lo spettatore nella rievocazione degli ultimi giorni della monarchia in Italia, quando a seguito dell’armistizio con gli Stati Alleati, si avvia a conclusione un pezzo di storia del nostro paese.
L’ultimo sovrano ad aver portato la corona prima dell’avvento di una democrazia proclamata solo 3 anni dopo la sua fuga durante le fasi finali del conflitto bellico. Un uomo la cui bassa statura (1,53m) ne avrà condizionato carattere, scelte e conseguenze per tutta la vita, figlio di due cugini di primo grado, a loro volta figli di altre due coppie di cugini di primo grado, in un patologico programma di eugenetica aristocratica.
In uno spazio scenico praticamente vacante, fatta eccezione per una seduta, con grande maestria attoriale Blasioli dà vita ad una vicenda sempre vivida in ogni immagine: dal corteo di automobili che allontana il re da Roma dopo che il generale Eisenhower avrà reso nota la nuova posizione politica del nostro paese, dall’alleanza con i tedeschi a quella con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, fino all’incontro privato, il cui contenuto è ignoto a tutti fuorché ai diretti protagonisti, tra “Sciaboletta”(soprannome, legato all’altezza, con cui viene chiamato il Savoia qui oggetto di narrazione) e il fu duce Benito Mussolini, forte e deciso dall’alto dei suoi 12 cm in più di altezza rispetto al sovrano.
Con luci sempre puntuali nel sottolineare a volte, oscurare altre, e talvolta far risaltare il volto perennemente in azione, il creatore di questo spettacolo avanza inesorabile nella sua performance che si distingue per accuratezza e ritmo.
Dotato di un strumento vocale notevole, Blasioli non si accontenta di restituire cronachisticamente degli eventi importantissimi della storia d’Italia, ma costruisce tramite numerosi elementi, gli audio originali delle trasmissioni radiofoniche dell’epoca ad esempio, delle musiche vivaci e un’interpretazione studiata certosinamente e dal punto di vista dell’uso del corpo e da quello verbale, un racconto che arricchisce la conoscenza superficiale, quando la si ha, dei giorni che furono progenitori forti degli attuali.