Shepard Fairey/Obey con Sten-Lex. La GAM raddoppia
Shpard Fairey / Obey

Shepard Fairey/Obey con Sten-Lex. La GAM raddoppia

Fino al 22 novembre in mostra alla Galleria d’Arte Moderna (GAM) 

Inaugurate il 17 settembre alla Galleria d’Arte Moderna le mostre SHEPARD FAIREY / 3 DECADES OF DISSENT e STEN – LEX. Rinascita. Appartenenti entrambe al progetto culturale Romarama promosso da Roma Capitale, la doppia esposizione si fa testimone del buon dialogo ormai consolidato negli anni tra spazi museali ed urban art.

Shepard Fairey aka Obey nasce a Charleston nel ’70. Studia all’Accademia d’Arte e a soli 19 anni inizia il suo progetto artistico disseminando le strade con i suoi stickers di Giant (il volto è quello del lottatore di lotta libera André the Giant). Da lì prende vita la lunga carriera di uno degli artisti “di strada” più noti al mondo.

La mostra dal titolo Tre decadi di dissenso ripercorre trent’anni dell’attività artistica di Shepard Fairey, lo fa per la prima volta in Italia in un museo e lo sostanzia di un incontro dialettico fruttuoso con alcuni esponenti dell’arte contemporanea italiana, selezionati personalmente da Farey stesso insieme ai curatori Claudio Crescentini, Federica Pirani e Galleria Wunderkammern.

Quello a cui si assiste, percorrendo i tre piani della mostra, è da un lato certamente la scoperta dell’accattivante forza espressiva delle opere di Shepard Fairey/Obey: colori sgargianti, caldi, volti e messaggi dissacranti, dalla forte spinta politica. Impegnato da sempre nella difesa dell’altro, schieratosi nella lotta ai conflitti di genere o razza, Fairey sceglie di portare in apertura una copia autografa di HOPE l’opera che ritrae il volto di Obama, primo Presidente nero degli Stati Uniti.

Shepard Fairey, Guns and Roses, 2019,

A seguire tantissimi progetti, immagini, che raccontano la nostra storia. HENDRIX come POWER AND EQUALITY si costruiscono con i colori tipici della lotta afroamaericana, ognuno a suo modo ne diventa il simbolo; GUNS AND ROSES ricostruisce il profondo animo pacifista degli anni ’60 affiancandosi all’opera di Pascali Cannone; con Il dubbio di Giacomo Balla mette a contatto il suo BIG BROTHER IS WATCHING YOU; o ancora COMMANDA con Donna alla toletta di Donghi, OBEY FIST con Compagni compagni di Shifano.

Un esperimento convincente. 3 DECADES OF DISSENT sembra un melting pot di arte e periodi storici, in un continuum ben equilibrato: le cosiddette “interferenze d’arte” sembrano entrare perfettamente in contatto con l’opera di Obey, senza forzature, ma invece in un’ottica di confronto delle idee, dei momenti storici e probabilmente di quel dissenso che lui da tempo proclama e che oggi ancor di più dovrebbe essere un’emergenza da far valere.

Nel chiostro poi, al pian terreno, troviamo la mostra STEN – LEX. Rinascita. Il duo italianissimo, romano lui e tarantina lei, dopo una prima fase creativa autonoma sembra aver trovato la quadra in questo connubio artistico di grande valore. Tra i più noti muralisti, pionieri dello stencil poster, Sten e Lex hanno un respiro fortemente internazionale, i loro lavori sono sparsi in tanti paesi in Europa e nel mondo e lo stesso Banksy, noto street artist dal volto ignoto, li ha voluti al suo Cans Festival nel 2008.

Sten Lex, Mare, Stencil Poster, 2019

In questa mostra Rinascita troviamo diversi lavori tutti site specific in cui spicca il vigore di una fase creativa dedicata alla grafica, alle linee, al minimal tra “Impressionismo, nella ricerca della percezione retinica richiesta allo spettatore a diretto completamento della visione (…) Pointinismo, nella modalità esecutiva, (…) arte Optical negli obiettivi di ricomposizione degli effetti prodotti dalle linee (…) Pop nella scelta dei soggetti originari e nella caratterizzazione dei messaggi” come dichiarano.

Un momento di forte ispirazione che manifesta il grande valore odierno della street art, la ricerca e l’espressione che ne deriva, l’istrionica capacità di uscire per un attimo, solo uno, dalle strade ed entrare nello spazio chiuso di un museo pur con la medesima forza.

 

 

 

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