Metateatro vivace e contemporaneo a roma

Metateatro vivace e contemporaneo a roma

di Giuseppe Menzo

In scena presso il Piccolo Eliseo di Roma dal 12 al 22 Dicembre lo spettacolo L’operazione, scritto e diretto da Rosario Lisma ed interpretato oltre che dallo stesso Lisma, da Fabrizio Lombardo, Andrea Narsi e Alessio Piazza e con Gianni Quillico. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale.

In un ambiente scenico abitato da pochi elementi essenziali, una porta scorrevole a dividere il fuori dal dentro, un tavolo, quattro sedie e una rella gravida di abiti di scena, quattro attori sono alle prese con le travagliate prove del nuovo spettacolo che uno di loro ha composto e che si appresterà a dirigere oltre che ad interpretare insieme ai colleghi/sodali. Una compagnia alle prese con la più classica delle instabilità del mondo teatrale.

Quattro uomini che esercitano la loro professione tra difficoltà economiche, frustrazioni personali e contorti meccanismi di autopromozione, necessari quanto e più, alle volte, delle capacità attoriali, scrittorie e registiche. I simpatici, ripetuti e quasi melanconici tentativi di assicurarsi la recensione del critico per eccellenza, l’evocato e sempre sgusciante Mezzasala, il cui parere può cambiare carriere e vite.

Rosario Lisma racconta con lucidità, freschezza e intelligenza, storture, caratteristiche e decadenza dell’ambiente teatrale di oggi, sbeffeggiando stili, denunciando mancanze e urlando la fatica di chi continua a credere nel valore del racconto, della rappresentazione e nella funzione sociale della sala teatrale.

Coadiuvato da uno splendido gruppo di professionisti che conoscono a menadito tempi, gestione degli spazi e in generale tutto ciò che attiene alla tecnica del mestiere, lo spettacolo fluisce per tutta la sua durata (circa 1’50’’) senza intoppi.

È in effetti un’operazione nell’operazione quella a cui si assiste. Lo schema narrativo appare chiaro in ogni passaggio e ogni pezzo si incastra con gli altri in una visione complessiva precisa e coraggiosa.

Un lavoro che lascia l’amaro in bocca, avendo denunciato senza fronzoli la percezione comune di cui oggi godono persone, proposte e intendimenti del mondo della cultura in generale e della suprema arte nel particolare. Per certi versi un grido di aiuto che ci si augura possa raggiungere addetti ai lavori e non, per riaprire un dibattito serio e fruttuoso intorno alle sempre più crescenti povertà espressive dei nostri giorni.

Un appello, fatto di competenza e passione, migliore di qualsiasi manifesto programmatico di vecchio stampo, essendo esso stesso una chiara dichiarazione su come, secondo Lisma, si potrebbe operare un rilancio di ciò che oggi è decisamente da rilanciare.

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