Con l’anteprima stampa del 15 maggio nella storica sede di Palazzo Carpegna viene presentata “Nel segno di Giano. La donazione Gian Enzo Sperone”, l’esposizione di 33 opere d’arte donate dal celebre gallerista, mercante e collezionista tra i più importanti al mondo. Fino al 7 giugno i capolavori potranno essere ammirati nell’area espositiva al piano terra e successivamente, dal prossimo autunno, troveranno una nuova sistemazione permanente in uno spazio a loro dedicato e restaurato per l’occasione. “L’Accademia è profondamente onorata di ricevere questa prestigiosa donazione”, ha sottolineato Francesco Cellini, presidente dell’Accademia. “Questa viene a conferma dell’alta considerazione di cui la nostra istituzione gode anche tra i rappresentanti più rilevanti del mondo artistico internazionale”.
Alcune delle opere donate da Gian Enzo Sperone all’Accademia di S.Luca ed esposte a Palazzo Carpegna
Il più importante lascito dal 1934 va ad impreziosire la collezione di uno dei luoghi più rappresentativi e simbolici di Roma. Da quando il barone Michele Lazzaroni lasciò in eredità 10 quadri della propria collezione, seguendo l’esempio di altri illustri e generosi donatori, erano trascorsi molti anni, troppi. Ed ora, finalmente, l’Accademia di S.Luca, uno dei templi della cultura a Roma, può celebrare un nuovo, straordinario, evento: La donazione Sperone. Gian Enzo Sperone è uno dei protagonisti assoluti del mondo dell’arte internazionale fin dagli anni Sessanta, con gallerie aperte in Italia e negli Stati Uniti. Sono 33 le opere da lui raccolte che ora vanno ad arricchire le sale dell’Accademia, di cui 29 dei più importanti artisti del Sei-Settecento, 2 dei primi Novecento e una di arte contemporanea. Da Guercino a Giovanni Antonio Guardi, da Jean Lemaire a Gioacchino Assereto. E poi Filippo De Pisis e Carlo Maria Mariani, solo per citarne alcuni.
Un gesto di generosità che non ha lasciato indifferenti. “L’aspetto che mi ha commosso di più”, sottolinea ancora il presidente Cellini, “è che la donazione è avvenuta sulla base di una scelta personale molto forte, di grandissimo valore anche morale. È evidente come sia stato un esperto a scegliere ogni singolo quadro in modo tale che le opere fossero legate tra loro e al luogo in cui sarebbero state esposte. Queste opere piacevano molto a chi le raccoglieva e sono state poi donate a noi”. Per i dipinti più antichi tra quelli donati è netta la prevalenza del Sei-Settecento, con figure e aree geografiche non rappresentate nella collezione dell’Accademia che, dunque, ne risulta anche sotto questo aspetto notevolmente arricchita. Conclude infatti Cellini: “Le nostre collezioni si fondano su donazioni, non su acquisizioni. E finalmente dopo una lunga pausa abbiamo ricevuto questo grande regalo”.
Un regalo non solo all’Accademia ma anche a tutti coloro che visiteranno l’esposizione. Le opere della donazione Sperone infatti rappresentano un ulteriore motivo per recarsi a Palazzo Carpegna, ad ammirare i molti tesori custoditi nelle sue sale, tra cui i nuovi capolavori giunti ad arricchire la collezione “Nel segno di Giano”.