“Che disastro di Peter Pan!”

“Che disastro di Peter Pan!”

Uno spettacolo di meta-teatro, capace di appassionare grandi e bambini, ecco come si può definire “Che disastro di Peter Pan” dal testo originale di J.M. Barrie, portato in scena, dal 29 ottobre al 5 novembre 2023, al Teatro Olimpico di Roma dalla Compagnia amatoriale di Sant’Eufrasio Piedimonte, stesso cast del popolare “Che disastro di commedia”.

 “Mamma, perché ci sono i muratori mentre vola Peter Pan? Non lo sanno che Trilly è magica e, se glielo chiedono, ripara tutto lei?”. Recensione di Elena, tre anni e mezzo, al suo primissimo spettacolo in un teatro vero e proprio, spaventata da Capitan Uncino – ma nemmeno troppo – decisamente incuriosita dalle sue movenze e dal suo vocione; attratta dal Coccodrillo che, non morde, anzi.

Tanti sorrisi, molte risate, un po’ di smarrimento, a volte. “E il vestito di Trilly? L’ha perso nel bosco?”, “E perché ha messo le lampadine?” – “Amore, per ritrovarlo meglio”, parafrasando il caro lupo di Cappuccetto Rosso. Magia per grandi e per adulti questo Peter Pan un po’ bizzarro.

Un imprenditore strampalato, dopo aver ereditato, conto terzi, un’ingente somma di denaro, sceglie di mettere in scena Peter Pan, classico della letteratura per l’infanzia. Dopo tanti mesti insuccessi, tanti problemi tecnici a cui non si era riusciti a far fronte con pochi soldi in tasca, questa è, secondo lui, la volta giusta per sbaragliare i palcoscenici e lasciare il segno nella storia del teatro.  Ma andrà così?

Amori e tradimenti, attori smemorati che non ricordano le battute e si avvalgono di cuffie o gobbi, attrici timide e con ansia da palcoscenico, tecnici che non sembrano conoscere bene l’utilità del “dietro le quinte”, attori che inciampano, oggetti che non arrivano in scena in tempo, porte che non si aprono, incidenti e battibecchi, un cronometrico soprapporsi di azioni serrate che si sovrappongono alla storia ufficiale del ragazzo che non vuole crescere.

L’Isola che non c’è, con la nave di Capitan Uncino, l’isola delle Sirene e il bosco dei Bimbi Sperduti, è una meravigliosa scenografia rotante che si alterna alla stanza dei piccoli Darling. Gli attori, con lo scorrere degli imprevisti, la vedranno, letteralmente, cadere a pezzi e anch’essi faticheranno ad arrivare incolumi alla chiusura del sipario.

Il cane Nana, governante della casa, all’occorrenza si alza in piedi proprio come un umano e il coccodrillo, verdissimo e imponente, in questa storia bizzarra, diventa il vero eroe della commedia, scalzando Peter Pan dai suoi meriti di paladino della giustizia.

Il pubblico viene coinvolto nella commedia, non solo perché si ride tanto e lo si fa grazie alla bravura degli attori, ma perché, in questo spettacolo di meta-teatro il confine tra ciò che si racconta e ciò che si mette in scena, è labile. Il piano narrativo, infatti, è duplice.

Lo spettacolo, prima ancora che la storia di Peter Pan, racconta quanto sia difficile portare in scena una commedia e farlo bene, incastrando i tempi tecnici, ricordando le battute, allestendo tutto alla perfezione, intervenendo alla risoluzione dei contrattempi senza farlo notare, superando scontri caratteriali, problemi personali, le proprie ansie.

Parallelamente, però, scorre anche la storia fiabesca, con i sogni dell’infanzia, il desiderio di non crescere, la battaglia tra bene e male, la capacità dei bimbi di accendere l’immaginazione e riportare in vita tutte le fatine che si spengono quando il disincanto degli adulti diventa predominante.

Se i più grandi ridono di cuore dell’incedersi di malcapitati eventi, i bimbi più piccoli apprezzano come sempre la storia del loro beniamino e godono delle gags più semplici convinti di assistere ad uno spettacolo in cui gli errori capitano per puro caso. E invece no. Gli attori, Marco Zordan, Alessandro Marverti, Viviana Colais, Stefania Autuori, Igor Petrotto, Valerio Di Benedetto, Luca Basile, Yaser Mohamed, Massimo Genco,Riccardo Giacomini, Carolina Gonnelli e Ilaria Orlando, magnificamente diretti da Adam Meggido, sono bravissimi a sbagliare e non è per niente semplice farlo a questi ritmi e con tanta perizia.

Elena ringrazia.

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