Di un capolavoro, in genere, è la bellezza a rapire subito l’attenzione del pubblico, assieme alla profondità di significati legati ai soggetti rappresentati nell’opera. Non meno interessanti, tuttavia, sono le vicissitudini e le dinamiche che, nel corso del tempo, hanno immancabilmente scritto i destini delle grandi creazioni della fantasia umana. “Pietro Camuccini e Alexander Day artisti e mercanti di quadri nella Roma di fine Settecento. Strategie e dinamiche commerciali”, un libro di Pier Ludovico Puddu presentato all’Accademia Nazionale di S. Luca a Palazzo Carpegna, che parla di arte e di mercato d’arte. E mercanti d’arte.
“Un libro scritto molto bene, e di questi tempi non è poco”. Così esordisce Carolina Brook, accademico cultore dell’Accademia Nazionale di San Luca, nel suo intervento alla presentazione del libro di Pier Ludovico Puddu “Pietro Camuccini e Alexander Day, artisti e mercanti di quadri nella Roma di fine Settecento. Strategie e dinamiche commerciali” a Palazzo Carpegna. Assieme a lei sono presenti Claudio Strinati, Segretario Generale Accademia Nazionale di San Luca, Ilaria Miarelli Mariani, docente all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti e Stefano Pierguidi, docente all’Università La Sapienza di Roma.
Ma la buona scrittura non è il solo aspetto positivo da segnalare. Quello di Puddu è una “introduzione al dinamismo di un periodo in cui il mercato interagisce con la dimensione artistica in tutte le sue forme”, aggiunge la Brook. “È il passaggio sul mercato che amplifica il valore dell’opera, in un’epoca in cui si allarga la platea di chi vuole acquistare arte per gusto, voglia di possedere capolavori o per suggellare uno status”. Negli anni di Day e Camuccini, infatti, si evolve e cresce la figura del mercante d’arte, personaggio colto e preparato, quindi affidabile, che però contribuisce anche alla dispersione del patrimonio artistico.
“Nel testo hanno grande importanza documenti straordinari come il libretto dei conti e le ricevute dei pagamenti dei quadri acquistati”, dice Ilaria Miarelli Mariani. “Il libro apre una traccia sulla storia del gusto, del restauro, della tutela e della dispersione del patrimonio culturale italiano. Un viaggio anche nelle leggi dello Stato Pontificio in materia”. Day e Camuccini si legano in un sodalizio che contribuisce a conseguire grandi successi attraverso diverse modalità di acquisto. “Sono quattro”, aggiunge la Miarelli, “acquisto di blocchi di dipinti, dipinti singoli piuttosto ambiti, per accrescere la propria fama, copie a richiesta e mediazione. Un meccanismo perfetto“.
“Tutto nasce dalla segnalazione di documenti originariamente destinati al macero” conclude l’autore del libro ” poi scoperti e utilizzati per risalire ai percorsi delle varie opere”. Informazioni straordinarie che rischiarono di perdersi e che invece hanno contribuito alla realizzazione di un libro interessante sul mondo dell’arte, delle sue opere e dei suoi mercanti.