A Roma l’ennessimo spietato spettacolo di Emma Dante

A Roma l’ennessimo spietato spettacolo di Emma Dante

Misericordia, spettacolo teatrale scritto e diretto da Emma Dante, ha debuttato  al Teatro Argentina di Roma martedì 31 Agosto e rimarrà in scena fino a venerdì 10 settembre.

Emma Dante (Foto Carmine Maringola)

Di Giuseppe Menzo

È allo stesso tempo molto facile e molto difficile scrivere queste poche righe su questo lavoro che, dopo aver ottenuto grandi consensi in platee importanti come quelle del Teatro Metastasio di Prato e il Piccolo Teatro di Milano ed essere stato rappresentato nel corso dell’ultimo Festival di Avignone, giunge in una Roma ancora in lenta ripresa dopo le generali pause estive, ma che, considerate le note limitazioni sanitarie, riempie quasi del tutto uno dei suoi più prestigiosi luoghi d’arte.

È molto facile perché le cose fatte bene, con talento e competenza, creano una corsia preferenziale con un senso di pacificazione che fa scorrere veloci i pensieri e la loro relativa digitazione, mentre risulta essere molto difficile perché si sa per certo che nessuna delle impressioni che si proverà a restituire sarà degna di tanta bellezza pensata, studiata, lavorata, faticosamente cercata e meravigliosamente ottenuta.

In ogni caso proverò ad ottenere il miglior cocktail possibile provando a bilanciare con cura il fiume di emozioni provato e l’arduo compito appena descritto. Emma Dante è regista riconoscibile e riconosciuta per grandezza tecnica ed emotiva. Feroce ricercatrice di dolori che allargano le crepe dell’esistenza e di felicità momentanee che si fanno largo tra le oscurità di vite lerce, stanche e piene di amore.

4 donne sotto lo stesso tetto, 3 delle quali ancora vive, mentre l’altra- l’assente- ha lasciato in eredità un figlio leggero nelle movenze, delicato nei respiri e idiota secondo il comune sentire medico. 3 attrici e un attore che allargano e restringono il palcoscenico con le loro azioni sceniche piene ogni oltre immaginazione.

Uno spettacolo carnale, insopportabile nella restituzione di un degrado profondo che si concretizza in companatici rubati, violenze senza appello e risparmi faticosamente accumulati regalati a chi si vuole salvare a tutti i costi. Corpi, voci, anime, cuori in gioco in un racconto che è comunque una favola tra ogni sorta di bruttura, perché come diceva uno che le parole sapeva come usarle “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.

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