NAPOLITANO, DEGNO PRESIDENTE. E FORSE ADESSO POTREMMO AVERE UN PO? DI TRASPARENZA AL QUIRINALE

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Giorgio Napolitano, per le sue qualità e per la
sua storia, ha tutti i numeri per poter essere, come ha detto Prodi, il
Presidente di tutti gli Italiani. Ed è vero che il centrodestra,
almeno quello più serio ed equilibrato, ha perso un’ottima occasione
non votandolo. Il nuovo Presidente avrà un compito difficile ma si può
essere certi che saprà esercitarlo degnamente. Sarebbe però opportuno
che tra tante questioni politiche estremamente rilevanti trovasse modo
di occuparsi anche di una piccola questione amministrativa: introdurre
finalmente un po’ di trasparenza nella gestione del Quirinale
Editoriale di Giancarlo Fornari

Napolitano Presidente è un’ottima scelta, la migliore forse
che si potesse fare nella presente situazione politica. Dopo lo
“scippo con destrezza” della Presidenza della Camera da parte del Padrone del pallone
(che poi ha pensato di risarcire D’Alema candidandolo, bontà sua, alla
presidenza delle repubblica), la situazione si stava incartando. Una
volta emersa la pericolosità di una candidatura muro contro muro lo
stesso D’Alema ha fatto un secondo bel gesto e una seconda rinuncia.
Questa volta, però, in favore di un altro Ds, per affermare giustamente
il principio che il primo partito del centro sinistra non poteva
accettare ulteriori discriminazioni. Da queste fortuite circostanze (ma
si sa che la strada della presidenza segue a volte dei percorsi
tortuosi) è emersa una candidatura assai onorevole. Già primo ex
comunista ministro dell’Interno, Giorgio Napolitano è ora il primo a
salire meritatamente il Quirinale.

Una storia politica di coerenza e serietà

Il nuovo Presidente è stato il pioniere del riformismo all’interno del
Pci quando chi solo osava pronunciare questa parola si attirava gli strali di tutta la
sinistra dura e pura, che aveva nel Dna la scissione di Livorno e le
invettive di Lenin contro i social-traditori e il rinnegato Kautski.
Nel ’68 fu tra i primi a prendere le distanze dall’Unione sovietica
dopo la sciagurata invasione di Praga. Con le sue doti di equilibrio,
serietà, perseveranza, può assicurare una presidenza ai più alti
livelli.

Ha ragione Prodi quando assicura che Napolitano sarà il Presidente di
tutti gli italiani e rimprovera il centrodestra di aver perso
l’occasione di votarlo. Ma non c’era molto da aspettarsi da un
Berlusconi costretto a riproporre stancamente una strategia basata solo
sulla demonizzazione dell’avversario e prigioniero dell’abbraccio
soffocante dei nordisti in t-shirt (e non a caso il Calderoli, personaggio da folklore privo
del minimo senso di autocritica, ha riproposto la barzelletta dei 70
deputati sottratti al centrodestra che addirittura toglierebbero
legittimità all’elezione).
Spiace piuttosto aver constatato ancora una
volta il “vorrei ma non posso” degli altri alleati, segnatamente l’Udc,
che come da copione hanno mugugnato e poi con la coda tra le gambe
hanno sacrificato ancora una volta la loro identità sull’altare
dell’unità della coalizione. Ma si sa, le elezioni comunali sono alle
porte e denunciare l’occupazione selvaggia delle istituzioni da parte
degli ex-comunisti e loro alleati fa comodo un po’ a tutti.


Un po’ di trasparenza, per favore

Al nuovo inquilino del Quirinale non abbiamo richieste politiche da
fare, sarebbe presunzione da parte nostra. Ne abbiamo invece una
amministrativa. Come ha osservato Mario Caligiuri, docente di
comunicazione pubblica all’Università della Calabria e alla “Sapienza"
di Roma in un recente intervento al Forum P.A, "il Quirinale e’ il
peggior esempio di comunicazione pubblica per verificare come viene
utilizzato il denaro dei cittadini". Infatti – ha sostenuto Caligiuri –
“mentre, per esempio, negli U.S.A. e in Germania per sapere come

vengono spesi i soldi del Presidente basta un semplice fax, in Italia
questo non avviene per una inspiegabile consuetudine costituzionale. Si
conosce l’importo complessivo assegnato ma non il dettaglio delle
spese. Esiste un altro caso analogo in Italia: quello dei servizi
segreti, dove è però necessario mantenere il riserbo sull’uso dei
fondi, a differenza del Quirinale”. Servizi segreti che – aggiungiamo
noi – assorbono paradossalmente la parte maggiore delle risorse spese
dall’Italia per i suoi interventi in Irak e in Afganistan. Come ha
documentato l’Espresso, i soldi impegnati per gli 007 e le operazioni
logistiche superano infatti di gran lunga il valore dei beni
distribuiti alle popolazioni. Il bilancio finale di queste avventure
potrebbe superare i 1900 milioni di euro, spesi soprattutto per
mantenere all’estero i nostri soldati e finanziare (in modo che rimarrà per sempre coperto) i servizi di
intelligence che dovrebbero proteggerli. Spesso, come purtroppo
sappiamo, senza riuscirci.

Un dovere anche per le Camere…
Tornando alla Presidenza, “sembra avvolto nelle nebbie – ha detto
ancora Caligiuri – anche il numero preciso dei dipendenti”. “Sono forse
circa 2000 mentre alla Casa Bianca, dove il presidente è
contemporaneamente Capo dello Stato e del Governo, sono intorno a 400,
compresi cuochi e giardinieri”.

E in effetti se andiamo a guardare sul sito Quirinale.it troviamo
informazioni su tutto tranne che sui costi della Presidenza. Argomento
troppo volgare per un’istituzione così nobile? Ma la democrazia nasce e
vive sulla trasparenza delle istituzioni. Il rispetto dei cittadini per
i loro governi è alimentato dal vedere che i soldi che essi investono
per consentire loro di operare sono spesi con oculatezza. Siamo perciò
d’accordo con Caligiuri quando auspica che una delle prime azioni del
nuovo Presidente della Repubblica possa essere quella di comunicare i
costi del Quirinale e – meglio ancora – di provare a ridurli
seriamente.

Sarebbe un eccellente esempio di comunicazione pubblica e trasparenza
amministrativa. Un bell’esempio anche per la nostra Camera dei Deputati
che costa, in modo assolutamente ingiustificato nell’attuale situazione del deficit pubblico, molto più delle
analoghe istituzioni europee. Forse il Padrone del pallone, detto anche
– da Pansa – Parolaio Rosso, adesso che è installato là potrebbe fare
qualcosa per frenare il continuo, stratosferico incremento delle spese
di questa istituzione. Sarebbe un dovere in rapporto alla sempre più
difficile condizione degli strati deboli della nostra società, quelli
che più a lui stanno a cuore. E un ottimo modo per dimostrare che
merita realmente quell’incarico.

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