#movemose: Marino, il sostegno della piazza e l’indignazione romana

#movemose: Marino, il sostegno della piazza e l’indignazione romana

Intervista alle organizzatrici di “Basta guardare, #movemose!”, l’importante manifestazione pro-Marino tenutasi domenica 11 ottobre in piazza del Campidoglio

di Adalgisa Marrocco

“Basta guardare, #movemose!” è stato questo il grido che, domenica 11 ottobre, si è levato da piazza del Campidoglio per sostenere Ignazio Marino, dimissionario sindaco capitolino. La manifestazione cittadina è nata come evento su Facebook ma, nel giro di poche ore, si è trasformata in una grande testimonianza di indignazione cittadina, portando in piazza circa un migliaio di persone. Per comprendere le dinamiche ed i sentimenti che hanno generato una tale dimostrazione di sdegno, Contrappunti.info ha intervistato tre organizzatrici e fautrici dell’evento: Consuelo Nuñez, Eva Ogliotti e Monica Postiglione.

– Come è nata la manifestazione? È vero che si è trattato di un’iniziativa partita completamente dal basso, senza alcuna forma di mediazione politica?

marino_manifest

Fonte immagine: www.left.it

L’iniziativa è nata totalmente dal basso. All’origine c’è stata la nostra insofferenza. L’insofferenza di tre trentenni qualsiasi che venerdì mattina, dopo le dimissioni di Ignazio Marino della sera precedente, si sono ritrovate a commentare su Facebook gli accadimenti delle ultime ore. Stavolta lo sdegno politico è stato accompagnato dall’irritazione per la passività con cui, negli ultimi tempi, abbiamo accettato troppe dimostrazioni di malamministrazione. Ci siamo domandate se si potesse trasformare la rabbia dell’opinione pubblica in qualcosa di più concreto rispetto a un “like” su facebook o a un retweet. Quindi, abbiamo deciso di creare un evento che invitasse tutti alla mobilitazione, sondando quanti fossero disposti ad alzarsi dalla propria scrivania e a scendere in piazza. L’evento, battezzato #movemose, è nato venerdì pomeriggio in forma totalmente pubblica, con l’obiettivo di dare la possibilità a chiunque di invitare altre persone e di condividere la propria opinione. Il nostro contributo è stato un comunicato di poche righe che spiegasse le ragioni della mobilitazione ed esortasse la cittadinanza a radunarsi in piazza del Campidoglio, domenica 11 ottobre alle ore 12. In poche ore, abbiamo visto i numeri della partecipazione crescere in maniera esponenziale, senza darci il tempo di capire come un meccanismo del genere fosse potuto innescarsi. In più, a sostenerci sono arrivati aiuti inaspettati e assai graditi come quelli di Stefano Gianfreda e David Aprea. Infine, sono confluiti anche altri movimenti spontanei, come “Io Sto Con Marino” ed il gruppo di organizzatori della petizione pro-Marino. In meno di due giorni, Piazza del Campidoglio è stata riempita.

 

– A Roma, prima della manifestazione, c’era la percezione che Marino avesse pochissimo sostegno, anche fra i cittadini. Voi, invece, cosa avete avvertito nelle ultime settimane?

movemose

A noi sembra che questa percezione riguardasse più l’ambito politico e mediatico che non quello cittadino. Non era la pancia della cittadinanza a brontolare, o quantomeno non così tanto. In passato, i malpancismi sono stati ben più forti. Al di là delle simpatie o delle antipatie nei riguardi del sindaco Marino, qualsiasi cittadino attento a quello che succede nella propria città e dotato di un minimo di senso critico riesce a captare la lotta che, negli ultimi due anni, è stata condotta contro i poteri forti, le mafie e le varie connivenze. Non si può negare che, per la prima volta dopo anni, a Roma siano state inaugurate riforme strutturali e azioni di trasparenza funzionali al rinnovamento. Così, non si può che provare rabbia ascoltando il Presidente del Consiglio affermare che Marino è stato messo da parte dal PD perché “ormai si era rotto il patto con la città”. Si tratta di un vero e proprio scaricabarile: non mi prendo la responsabilità politica del gesto arrogante che sto commettendo, ma la addosso ai cittadini. È indubbio che la vivibilità di Roma negli ultimi mesi sia stata messa a dura prova (gli scioperi bianchi delle metro; i ritardi nel ritiro dell’immondizia, spesso lasciata per giorni a marcire sotto il sole) ma, facendo nuovamente appello al senso critico, se un cittadino conosce le passate dinamiche di Atac e Ama non si stupisce, bensì intuisce quali nervi siano stati toccati dalla giunta Marino.

 

– Sappiamo che ci sono state, in piazza, forti critiche nei confronti di alcuni giornali. Come hanno reagito quegli stessi organi di stampa all’iniziativa?

Domenica 11 ottobre, in piazza c’era molta stampa, tanto che non ci aspettavamo una presenza così massiccia. Le critiche ci sono state, e sono state pesanti. D’altronde, i cittadini chiedono una stampa libera, libera dalle logiche di partito e di potere. Non dimentichiamo, infatti, che sono stati proprio alcuni organi di stampa a portare avanti campagne faziose e denigratorie contro Marino. La gente si è sentita tradita perché, anche in questo caso, ci si sarebbe aspettati una maggiore assunzione di responsabilità. A fronte di interi titoli dedicati a vini, cene e scontrini, è stato riservato misero spazio al contraddittorio. Rispetto all’iniziativa, abbiamo ricevuto attenzione da diversi canali, ma non da quegli stessi canali che in piazza erano stati pesantemente contestati. Anche se, in un secondo momento, i toni inerenti la faccenda che ha coinvolto Marino sono stati smorzati. Chissà perché.

 

– Altro obiettivo della manifestazione è stato il PD. Successivamente, avete avuto confronti con la dirigenza romana del partito?

Con il PD non abbiamo avuto nessun contatto e, per il momento, non abbiamo intenzione di averne. In piazza ci sono stati tesserati dei circoli che ci hanno espresso il disappunto ed il dissenso di una parte della base per gli accadimenti. Successivamente, abbiamo notato che alcuni circoli, come quello del quartiere Marconi, hanno divulgato comunicati in cui prendevano le distanze dall’atteggiamento della dirigenza romana rispetto a questa vicenda, chiedendo esplicitamente spiegazioni e sottolineando quanto la decisione di deporre questo sindaco minasse i rapporti costruiti negli anni con la cittadinanza. Noi non siamo militanti e non intendiamo fare politica, ma ci sembra chiaro che la questione centrale sia il forte scollamento tra la società civile e una dirigenza che vuole imporre le proprie decisioni dall’alto.

 

– Quali obiettivi politici auspicate per Marino?

Noi non siamo “mariniane”, o quantomeno non siamo delle sostenitrici sfegatate. Tra di noi c’è anche chi non ha votato Ignazio Marino e chi non condivide tutte le sue scelte, ma non possiamo fare a meno di riconoscerne i meriti. La nostra preoccupazione riguarda ciò che sarà della città, non del primo cittadino. Auspichiamo una gestione trasparente, capace di fare in modo che Roma non torni a essere un ricco boccone per chi vuole speculare sulla pelle di noi cittadini. Auspichiamo che, chiunque sarà eletto prossimo sindaco, sia in grado di restituirci una Roma libera dalle mafie, dai fascismi e dalle lobby, dove le istanze dei cittadini siano realmente ascoltate. Ci auguriamo anche che i cittadini si mobilitino ancora per chiedere che questi desideri e diritti basilari vengano esauditi e rispettati. Ora che una prima risposta c’è stata, vorremmo adoperarci affinché le parti sociali e la società civile tornino ad essere cuore attivo e pulsante nelle politiche cittadine, in modo da influenzare e guidare la politica della prossima giunta.

About Adalgisa Marrocco

Nata in provincia di Latina il giorno di San Valentino del 1991. Firma di politica e bioetica per diverse testate on-line, raccontatrice per Edizioni La Gru col libro “Supermarket e altri racconti indigesti”, traduttrice, sempre politically scorrect.