Il disastro Italia nel Mondiale senza squadre
Carlo Zampa

Il disastro Italia nel Mondiale senza squadre

Pubblichiamo volentieri un contributo di Carlo Zampa sui Mondiali 2014 che stanno per concludersi. Un’analisi fuori dal coro sul torneo che appassiona gli sportivi di tutto il pianeta.

 

di Carlo Zampa

Forse sarà irriverente e indelicato quanto sto per dire ma sono abituato, da sempre, a manifestare i miei pensieri seppur non condivisi dalla massa.

Parlare di mondiale, all’alba delle partite che a breve compileranno la griglia delle due finaliste, è fin troppo facile; non nascondo che la competizione più sognata da tutte le nazioni non mi ha assolutamente entusiasmato fino ad ora. Escludendo alcune individualità (come Eden Hazard del Belgio, strepitoso) non ho avuto ancora il piacere di vedere una vera e propria squadra che metta al suo posto l’avversario di turno.

Tutt’altro… La stessa strafavorita del torneo, il Brasile, solo ai calci di rigore è riuscita a piegare il Cile. Segno di un calcio che non vive solo di individualità, come il Portogallo che vanta il miglior giocatore del mondo eppure non riesce mai a raggiungere risultati degni di nota.

E veniamo alle dolenti note, riallacciandomi alla mia prima frase… L’Italia. La nazionale dell’ormai ex CT Prandelli ha dato dimostrazione, purtroppo, dello stato attuale del nostro paese: disorganizzazione, favoritismi, scelte discutibili e, a posteriori, rivelazioni degli addetti lavori presenti nel resort di “Casa Azzurri” sul ritiro della nazionale, che stando ai loro racconti, ci hanno riportato alla mente festini di berlusconiana memoria.

Sarà vero? Questo personalmente non lo posso sapere, tuttavia non c’è stata alcuna reazione di sorpresa nel leggere queste notizie. Ormai siamo rassegnati a quanto ci propina il panorama italico ed il calcio ne è solo lo specchio, se non la sua ombra in tutto e per tutto.

Provare a vedere il bicchiere mezzo pieno è difficile quando si assiste ad un partita come quella tra Italia ed Uruguay dove, se ricordo bene, possiamo contare i tiri verso la porta difesa dal nostro amico “Nando” Muslera (noto a noi romanisti per delle sue performances sublimi ) sulle dita di una sola mano, risparmiando anche anulare e mignolo.

Ma le dimissioni di Quinto Fabio Massimo, al secolo Giancarlo Abete, mi fanno ben sperare che la nostra Federazione possa eleggere un presidente degno di tale nome, un uomo di calcio che possa far bene il suo lavoro e che venga da un’esperienza in questo campo dopo aver fatto una “gavetta” e non arrivati ai massimo livelli della Federazione per meriti (?) ed agganci politici.
Per questo motivo auspico un “Malagò” in FGCI, piuttosto che un uomo della nomenklatura o quantomeno un dirigente che abbia già dimostrato ampie capacità come Abodi….. Certo non il “giovane” Tavecchio, per me, anche se si organizzano vertici più o meno segreti tra dirigenti pregiudicati per eleggerlo.

Per quanto riguarda il CT In questi giorni ho letto molti nomi, non ultimo quello di Roberto Baggio, un simbolo del calcio italiano, giocatore corretto ed uno dei più grossi talenti che abbiano calcato i nostri campi.
Anche se ci credo molto poco, questa candidatura sarebbe un segnale positivo per l’immagine del mondo del calcio che vive un momento assai critico. Le responsabilità del nostro tracollo in Brasile non possono certo essere tutte addossate a Balotelli, che non gode delle mie “simpatie”, ma non è certo lui l’unico ad avere le colpe della figura barbina che abbiamo fatto.

Reputo il giocatore del Milan un buon talento dal punto di vista tecnico ma temo che la sua bravura sia inversamente proporzionale alla sua materia grigia.

Sembrava che senza di lui non si potesse giocare a calcio e nei primi giorni del ritiro azzurro in Brasile la notizia più eclatante è stata quella relativa alle sue nozze… Mi viene spontaneo pensare che anche questo rispecchia il nostro Paese, interessato più al gossip che alla vera natura dei problemi. Povera Italia!!

 

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