Martedì 10 giugno la terrazza Caffarelli in Campidoglio si apre come un libro antico, le cui pagine raccontano di storia e mondi che si incontrano. Con l’anteprima stampa di “Una Regina polacca in Campidoglio: Maria Casimira e la famiglia reale Sobieski a Roma”, prende infatti vita il primo capitolo di “Campidoglio crocevia di culture”, una serie curata dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Il colle simbolo dell’Urbe accoglie la storia di Maria Casimira Sobieska, regina polacca che tre secoli fa trasformò Roma in un palcoscenico di arte e musica. Dall’11 giugno al 21 settembre 2025, le sale del terzo piano di Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini ospiteranno una mostra che è un viaggio nel tempo, un canto che unisce Polonia e Roma, passato e presente.
Alcune delle opere in mostra a Palazzo Caffarelli, fino al 21 settembre 2025, per la mostra
“Una regina polacca in Campidoglio: Maria Casimira e la famiglia reale Sobieski a Roma”
Maria Casimira de la Grange d’Arquien, francese di nascita e regina di Polonia per matrimonio con Jan III Sobieski, l’eroe di Vienna del 1683, non fu solo una sovrana. Giunta a Roma per il Giubileo del 1700, sfuggendo alle tempeste politiche della Polonia, vi rimase per quasi quindici anni, lasciando un’impronta luminosa. Al Palazzetto Zuccari, affacciato su piazza Trinità dei Monti, la sua corte vibrava di melodie e versi: prima donna dell’Accademia dell’Arcadia, Maria Casimira patrocinò eventi lirici che incantavano la Roma barocca. Accanto a lei la nipote Maria Clementina Sobieska Stuart, sposa del pretendente al trono inglese Giacomo III, continuò questa eredità vivendo in esilio sotto la protezione papale. Ora nel Giubileo 2025, la mostra le celebra entrambe, intrecciando le loro storie con la Città Eterna.
Promossa da Roma Capitale e dall’Assessorato alla Cultura, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura e il catalogo edito da L’Erma di Bretschneider, l’esposizione nasce da una collaborazione con l’Università di Varsavia, l’Istituto Polacco Polonika e il Museo del Palazzo Reale di Wilanów. Sotto i patrocini dell’Ambasciata di Polonia, dell’Istituto Polacco di Roma e dell’Accademia Polacca delle Scienze, i curatori Francesca Ceci, Jerzy Miziołek e Francesca De Caprio hanno tessuto un percorso di circa sessanta opere, tra dipinti, stampe, sculture, epigrafi e un busto d’armatura ussara, molti dei quali esposti per la prima volta.
Il cuore della mostra pulsa nelle collezioni della Sovrintendenza Capitolina: stampe del Museo di Roma che evocano fasti e lutti, lettere dell’Archivio Storico Capitolino che sussurrano i pensieri di una regina lontana. A queste si uniscono prestiti straordinari, come il Ritratto di Jan III Sobieski a cavallo dal Castello Reale di Varsavia, che sembra galoppare nella storia, o il dipinto di Maria Clementina dalla Fondazione Ciechanowiecki. Roma stessa diventa protagonista, con un itinerario sobiesciano che tocca la Chiesa dei Cappuccini, la Basilica Vaticana, Santa Maria degli Angeli e San Luigi dei Francesi, fino al portichetto di piazza Trinità dei Monti, coronato dallo stemma polacco.
Cinque sezioni guidano il visitatore. La prima, Una regina a Roma, introduce i Sobieski con dipinti inediti; la seconda, I reali Sobieski a Roma: la vita e la morte, racconta la loro presenza attraverso stampe di celebrazioni funebri. La terza, La regina e l’amore per l’arte, ricrea l’atmosfera di Palazzetto Zuccari con una volta affrescata e acquerelli del Museo di Roma, mentre musiche barocche registrate dall’ensemble Giardino di Delizie accompagnano la sala dedicata a Maria Clementina, regina senza regno. L’ultima sezione, La Battaglia di Vienna, esalta Jan III con opere che ne celebrano il trionfo. A Palazzo Caffarelli, un’epigrafe marmorea di Lorenzo Ottoni ricorda il ricevimento di Maria Casimira in Campidoglio nel 1700, accanto a quella di Cristina di Svezia, mentre a Palazzo Nuovo una tavola commemora Innocenzo XI e il “re mai sconfitto”.
Un ponte tra Roma e la Polonia, quindi, tra storia e arte. Un crocevia culturale accessibile a tutti, con riproduzioni tattili di tre opere. L’esposizione si arricchisce infine di eventi collaterali: convegni, concerti, visite guidate e il Sobieska International Music Festival 2025, che farà risuonare melodie dimenticate. È un sogno che si rinnova, un dialogo tra epoche e popoli, in una Roma che, come allora, accoglie e racconta.