COSE DA NON CREDERE: PER CHI SI FA IL METRO’

COSE DA NON CREDERE: PER CHI SI FA IL METRO'
(9.4.09) La grande tragedia dell'Aquila toglie ogni desiderio di scrivere a meno di non esservi costretti, cosa che qui non è. Nonostante tutto non possiamo passare sotto silenzio le dichiarazioni rilasciate al Giornale del 5 aprile dall'assessore alla Casa della regione Lazio, il rutelliano Mario di Carlo: felice che il "piano casa" di Berlusconi abbia aperto la strada, oltre che per abbattere case vecchie e costruirne di nuove, anche per “correggere il piano urbanistico della città”. “Dovremmo costruire – ha spiegato Di Carlo – lungo gli ultimi 14 chilometri della linea C del metrò, sulla Casilina, dove c'è una bassa densità abitativa che non giustifica una struttura di trasporto così imponente”. Più chiaro di così non si poteva dire: invece di scegliere una zona ad alta densità di popolazione per il tracciato del metrò (e a Roma ce ne sono decine) i nostri politici ne hanno scelta una a bassa densità. La nuova linea di metropolitana – che doveva colmare una parte almeno del ritardo storico in fatto di trasporti urbani di Roma rispetto non a Madrid, Parigi, Londra, Barcellona, Berlino ma a molte città del Terzo Mondo – non è stata progettata in funzione degli interessi dei cittadini ma – ci fa capire l'assessore regionale alla Casa – in funzione delle future cementificazioni che i costruttori amici  di Rutelli e Veltroni dovevano fare nelle zone che avrebbe servito. Ogni tanto, casualmente, qualche verità viene a galla dalla discarica di sostanze maleodoranti che le nostre amministrazioni hanno accumulato.  

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