I due maggiori enti della ricerca additati – citando erroneamente dati contenuti nel Rendiconto della Ragioneria dello Stato – come i templi dell'assenteismo pubblico con 31 giorni/anno di malattia pro-capite. Reagisce la Usi-RdB della Ricerca: sono solo 14,17 all'Istat, 21,24 nella media Istat-Cnr. Di seguito la dichiarazione della segreteria nazionale del sindacato
“La campagna di aggressione in atto da alcuni mesi nei confronti dei pubblici dipendenti, ormai additati da tutti come "fannulloni", deve aver obnubilato la funzione di controllo delle prove che la stampa deve doverosamente esercitare prima di diffondere una notizia, soprattutto quando si vuole esporre al pubblico ludibrio migliaia di lavoratori accusati di essersi assentati dal posto di lavoro, nel 2005, per 69 giorni di cui trentuno di malattia. In testa alla classifica, i predetti quotidiani, all'unisono hanno messo dipendenti dell'Istat e del Cnr. Nulla di più falso! Come è agevole rilevare dal citato Conto annuale 2005 pubblicato dalla Ragioneria dello Stato, i dipendenti degli enti di ricerca (tra i quali figurano sia l'Istat che il Cnr), nel corso del 2005 hanno totalizzato in media 21,24 giorni di assenze per malattia; 2,99 non retribuite e 0,78 per sciopero, per un totale di 24,51 giorni".
"Anche a voler aggiungere il periodo di ferie che, come noto, per gli enti di ricerca è di 28 giorni più 4 recuperi festivi, le assenze si attestano sul dato di 56,51. Abbondantemente al di sotto di quanto riferito dagli organi di stampa. Per l'Istat, le assenze per malattia si riducono addirittura a 14,17 giornate annue per dipendente, come rilevasi dalle tabelle contenute nel Rendiconto dell'ente". Per la segreteria Usi-RdB, “è auspicabile che, per rispetto della verità, i quotidiani che hanno dato ampio risalto alla notizia, con in testa Repubblica, La Stampa e l'Unità, sentano il dovere di rettificare l'errata notizia che getta discredito sia sui lavoratori che sugli enti interessati".