ROBERTO CEFALO, COORDINATORE UILPA AGENZIE: INTESA OK MA ANCHE OMBRE DA SUPERARE NELLA TRATTATIVA

Roberto Cefalo

Il primo agosto scorso è stata finalmente sottoscritta la preintesa relativa al primo contratto integrativo di Agenzia; entro fine mese, dopo le consultazioni dei lavoratori, si dovrà arrivare alla firma definitiva. Roberto Cefalo, coordinatore generale della Uil PA Agenzie fiscali, è convinto della necessità di superare alcuni problemi non risolti nella preintesa ma anche dell'opportunità di allargare il discorso al futuro della macchina organizzativa delle agenzie. La Finanziaria che si sta per varare avrà infatti al centro una nuova politica fiscale che darà luogo a forti pressioni affinché l’Agenzia faccia fino in fondo la sua parte nel contrasto all’evasione ed alle frodi fiscali. Tutto questo rischierebbe di restare lettera morta se non si mettesse il modello strutturale in sintonia con i nuovi compiti assegnati agli Uffici superando le criticità attuali. Il che significa rendere più concreta l’autonomia contabile, organizzativa e funzionale delle Agenzie e ripensare l’attuale modello di Convenzione Ministero-Agenzie, rivelatosi insoddisfacente per le modalità di calcolo ed erogazione delle quote incentivanti e delle risorse aggiuntive per il miglioramento organizzativo.
Intervista di Giancarlo Fornari 

Lo scorso primo agosto è stata sottoscritta la preintesa relativa al primo contratto integrativo di Agenzia. Quali sono, per Lei, i punti più significativi?

E' stata definita la seconda fase dei passaggi all’interno delle aree con il risultato che complessivamente 30.000 dipendenti su 31.000 beneficeranno di un passaggio di fascia retributiva o di area. A seguito dei pensionamenti, le graduatorie resteranno aperte fino al completo esaurimento e quindi al passaggio di tutto il personale nella fascia superiore. La decorrenza per i passaggi sarà per tutte e due le fasi quella del 31.12.2005, mentre le procedure ex CCNI Ministero Finanze all’interno delle aree saranno tutte (anche quelle già concluse) retrodatate al 1 luglio 2005. Importante anche aver superato l’ingiustificata discriminazione relativamente al salario di produttività per le donne in astensione obbligatoria per maternità.

Cosa è stato deciso riguardo ai profili professionali?

Li abbiamo definiti prevedendo anche un sistema  di ricognizione condivisa,  di ruoli e mestieri, tramite uno specifico osservatorio congiunto che, partendo da una prima ipotesi dell’Agenzia, dovrà verificare la corrispondenza delle attività e la loro reale collocazione all’interno dei singoli mestieri e di questi all’interno dei profili.

Il giudizio sull'intesa è dunque positivo?

Il giudizio di fondo è evidentemente positivo, altrimenti non l'avremmo sottoscritta. Tuttavia la nostra, come abbiamo scritto anche nel comunicato emesso nei giorni scorsi, è stata una firma sofferta.
All'attivo,  come ho accennato poco fa, ci sono sicuramente molti punti, come la progressione economica generalizzata all’interno delle aree, la difesa e prossima conclusione dei passaggi dentro e tra le aree del vecchio integrativo del Ministero delle Finanze, un sistema ordinato e proficuo di relazioni sindacali e partecipazione, nuove modalità e diversa tempistica di erogazione del salario accessorio, attuazione della previsione contrattuale di primo livello relativa alle posizioni organizzative e di responsabilità che può dare una prima risposta sia in termini economici che professionali ad un buon numero di funzionari e professional.
A fronte di questi risultati ci sono però diversi punti problematici, a cominciare dai nuovi mestieri e dalla loro collocazione all’interno dei profili e quindi delle aree.
La nostra forte presa di posizione e l’annuncio che non avremmo firmato l’integrativo se l’Agenzia avesse insistito sulla sua ipotesi di collocazione all’interno delle aree ha impedito per il momento un appiattimento verso il basso della collocazione delle linee di lavoro, che avrebbe impedito nel prossimo futuro ogni ipotesi di riconoscimento delle funzioni svolte. Il punto di mediazione raggiunto – soprassedere a  tale collocazione in questa fase – è solo temporaneo. Ci aspetta un serrato confronto nel corso del quale dovremo impegnarci duramente tutti insieme, senza cedimenti, per far sì che molte attività siano inserite nella declaratoria della terza area.
    
La controparte insiste per l’avvio di un percorso di valutazione delle attività e delle competenze.

Questa ipotesi non ci spaventa. Siamo infatti convinti che bisogna mettere in campo un  modello di sviluppo del personale che responsabilizzi i singoli lavoratori e li valuti in modo oggettivo, all’interno di un modello complesso, sia nelle perfomances collettive di team e di ufficio, sia anche per l’apporto individuale ai processi.
Questa attività dovrà però, per noi, essere un elemento aggiuntivo degli attuali sistemi di remunerazione e di sviluppo in vista del miglioramento dell’efficacia dei servizi, non sostitutivo.  
Quelle che proponiamo alle amministrazioni è, in definitiva, un patto per lo sviluppo – basato anche sul riconoscimento di nuovi strumenti contrattuali – per rendere sempre più efficace la nostra azione e che riconosca le qualità ed il valore aggiunto espresso.
    
Questo significa mettere in discussione l'attuale modello organizzativo delle Agenzie?

Significa prima di tutto fare il punto su questo modello, per individuarne  i lati positivi, superarne le criticità e permettere il dispiegarsi di una nuova stagione di riforme, nell’interesse del paese e della collettività.
Superare le criticità significa innanzitutto rendere più concreta l’autonomia contabile organizzativa e funzionale delle Agenzie, ripensare l’attuale modello di Convenzione Ministro-Agenzie che si è rivelato insoddisfacente per le modalità di calcolo e di erogazione delle quote incentivanti e delle risorse aggiuntive per il miglioramento organizzativo.
Poi bisognerà fare un ragionamento serio su un eccessivo proliferare di posizioni di vertice che in questi anni non sempre si sono dimostrate funzionali all’efficacia ed ai risultati quanto piuttosto foriere di sprechi. E poi lo diciamo da tempo, curare non solo l’emanazione di atti impositivi sostenibili ma anche la riscossione dei tributi. Basti pensare che negli ultimi anni lo Stato ha incassato all’incirca il 3% delle  somme accertate.
Questo significa che per ogni 1.000 euro accertati l’erario ne incassa 3.
Per dare un vero segnale di inversione di tendenza bisognerà vigilare sui costi delle acquisizioni dei Concessionari alla nuova Riscossione Spa, una scommessa tutta da verificare, ma soprattutto dotare la nuova struttura di una maggiore capacità operativa rispetto all’esperienza passata.
La sinergia con gli Uffici finanziari, ed una maggiore responsabilizzazione, che sia congiunta, rispetto alla riscossione dei tributi, è condizione ineludibile per riformare questo settore.
Siamo convinti  inoltre che il discorso del contratto integrativo abbia senso solo se porta a ragionare sul futuro della macchina organizzativa e a mettere la macchina in sintonia con le finalità dell'azione amministrativa e con le sue risorse.

Pensa che questo sia il momento giusto per affrontare questi temi?

Ne sono convinto. Superate le incertezze connesse al cambio di governo, si sta per varare la Finanziaria 2006 con al centro una nuova politica fiscale che darà luogo a forti pressioni affinché l’Agenzia faccia fino in fondo la sua parte nel contrasto all’evasione ed alle frodi fiscali. Tutto questo rischierebbe di restare lettera morta se non si mettesse il modello strutturale in sintonia con i nuovi compiti assegnati agli Uffici.
Nei prossimi giorni inizieremo unitariamente la consultazione dei lavoratori sulla preintesa per arrivare entro fine mese alla sottoscrizione definitiva. Ma contestualmente dovrà aprirsi, ed a tutto campo, il confronto istituzionale, organizzativo e contrattuale. In questo contesto misureremo la volontà delle controparti di dare senso e contenuti adeguati al contratto integrativo.
 
    

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