I BALZELLI PI? ODIATI DAGLI ITALIANI? TASSE SU BENZINA, TICKET, CANONE RAI

articolo


Questa la top ten delle imposte più odiate dagli Italiani: 1. Accise su benzina, energia elettrica e metano 2. Ticket sanitari 3. Tassa concessione televisiva (canone Rai) 4. TARSU 5. ICI 6. Imposta di bollo 7. Tasse e concessioni governative 8. IRAP 9. IVA 10. Imposte sui redditi. Lo ha stabilito un’indagine svolta dall’Associazione dei contribuenti italiani

 Lo studio, commissionato dal Tribunale dei diritti del contribuente, è stato condotto da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani – su un campione di 1500 cittadini maggiorenni residenti in Italia. Come si vede dalla classifica, le tasse più invise agli Italiani sono le imposte indirette che si pagano senza tener conto del reddito pro capite.

Sembra logico un po’ a tutti partecipare al prelievo fiscale collettivo in maniera progressiva rispetto al reddito percepito durante l’anno, ma non altrettanto vedersi tassare ripetutamente in base ai consumi. Questo tipo di imposizione colpisce il cittadino senza tener conto della sua capacità contributiva in dispregio al dettato costituzionale. Infatti, paradossalmente, le imposte indirette incidono maggiormente sulle famiglie più povere anziché su quelle più benestanti.
In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia imposizione indiretta come nel caso dell’applicazione dell’IVA sulle accise che già colpiscono l’acquisto di carburante o il consumo di energia elettrica.

Più in generale, solo un cittadino su quattro capisce perché paga le tasse. Tre su quattro si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria troppo burocratizzata che spesso viola i diritti dei contribuenti. Ciò incentiva l’evasione fiscale che ad oggi ha raggiunto l’astronomica cifra di 227,6 miliardi di euro all’anno, di cui solo 21 miliardi vengono scoperta e solo 487 milioni vengono effettivamente riscossi.
Questo il sorprendente risultato di uno studio effettuato dallo Sportello del Contribuente sul tasso di evasione in Italia, attualmente uno dei più alti nel mondo: su 100 euro di reddito dichiarato sfuggono al fisco 48 euro.
La bandiera nera dell’evasione spetta inevitabilmente al sud dove la quota di imponibile non dichiarato al Fisco raggiunge il 34,5% del totale su scala nazionale, mente il nord – est si colloca al 18,9%, il nord-ovest al 26,5% ed il centro al 20,1%. Calabria, Sicilia, Puglia e Campania sono le Regioni in cui l’evasione è più forte in termini relativi mentre Lazio, Lombardia e Sicilia sono in termini assoluti le regioni si registrano le quote maggiori di evasione.

Tra i maggiori evasori spicca la categoria degli industriali, con una percentuale del 43% e, a seguire, i commercianti con il 12%, gli artigiani con il 11% ed i professionisti con 10,8%. Fanalino di coda, ma di non trascurabile ammontare è l’evasione dei lavoratori dipendenti, che con un secondo lavoro, quasi sempre "a nero", evadono in totale l’ 8,4%.
"Il dato è allarmante perché la categoria degli industriali, tra i quali è più diffusa l’evasione, rappresenta la fetta più ampia del tessuto italiano" – commenta il Vittorio Carlomagno, Presidente di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani.
"In più, tale categoria spesso beneficia di aiuti di stato sotto forma di agevolazioni finanziarie, crediti di imposta e leggi ad hoc che riducono l’imponibile sensibilmente, agevolando le stesse oltremisura rispetto alle concorrenti europee."

Perché si evade? Da una indagine effettuata da Contribuenti.it è emerso che il 36% dei cittadini evade per ignoranza delle norme o per la complessità delle stesse, il 42% per la scarsità dei controlli e solo il 22% per l’insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato e la scarsa cultura della legalità.

About Contrappunti