Mad Shepherd: l’alternative rock della scena romana

Mad Shepherd: l’alternative rock della scena romana

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Usciti con il primo singolo Monarch, dopo aver partecipato a Rock in Roma, incontriamo i Mad Shepherd. Progetti, idee e un tour tutto da seguire…

Salvatore, tu sei il chitarrista del gruppo. Parlaci un po’ di voi: come e perché avete iniziato?

Il gruppo è nato quattro o cinque anni fa. Io e Francesco il bassista, siamo entrambi di Catanzaro, ma ci siamo conosciuti stranamente a Roma. Stefano invece, il cantante, è arrivato un paio di anni fa. Ci accomuna il gusto per il genere musicale che facciamo: io ho radici metal, poi anche grazie a Francesco mi sono avvicinato ad uno stile più rock. In generale siamo tutti amanti dell’alternative rock americano anni ’90.

Come nascono le vostre canzoni?

L’idea nasce principalmente da me e subito viene condivisa con il bassista e il cantante. Si inizia a lavorarci insieme. Una volta approntata la musica, si passa ai testi che vengono scritti da Stefano. I brani sono esclusivamente in inglese, anche perché è la lingua che meglio si adatta al nostro genere.

Da poco è uscito il video del singolo “Monarch” tratto dal vostro primo album. Parlaci del progetto.

L’idea di base da cui parte l’intero disco arriva da un progetto della CIA sviluppato tra gli anni ’50 e ’60, “Monarch” appunto. Lo scopo era controllare la mente umana. Si facevano degli esperimenti su persone a cui venivano somministrate delle droghe, con cui si riusciva a creare una sorta di agente perfetto. Veniva attivata una seconda personalità che permetteva di far compiere qualsiasi tipo di azione inconsapevolmente. Una volta terminata la missione, il soggetto interessato non ricordava più nulla. Un tema che ha ispirato anche gruppi molto famosi, come i Muse.
Proprio perché filo conduttore dei dieci brani che compongono tutto l’album, abbiamo deciso di far uscire il primo singolo omonimo, il cui videoclip realizzato da Stefano Poletti cerca di trasferire per immagini l’idea originaria (https://www.youtube.com/watch?v=LC3b0KVuBEM).
L’album è stato presentato il 15 marzo scorso al Circolo degli Illuminati. Abbiamo realizzato una serie di visual a firma di Davide Di Camillo per ogni canzone. E devo dire che è andata molto bene.

State facendo dei concerti: qualche data?

Grazie al singolo che è stato in rotazione su Radio Rock, partecipando anche ad un live in diretta, siamo riusciti a partecipare a Rock in Roma in un contest per band emergenti: noi e altri due gruppi abbiamo avuto la possibilità di suonare prima degli Editors sul second stage.
L’8 agosto saremo a San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi, all’interno di un Festival nel quale apriremo il concerto dei Pan del Diavolo, noto gruppo siciliano.
Quindi andremo in Calabria per un paio di date e probabilmente qualcosa anche in Abruzzo.
Il 4 ottobre poi saremo in Austria per aprire il concerto dei Planet of Zeus.
Come vi preparate prima di salire sul palco?
Con una bella bottiglia di vino rosso! Un po’ di alcol condiviso scioglie la tensione… L’ansia c’è sempre, ma c’è soprattutto l’adrenalina pronta ad esplodere, specie se il pubblico dà una mano.

Lavorate già a progetti futuri?

Al momento ci stiamo concentrando sulla distribuzione del disco. Siamo in trattative con un paio di etichette per farlo uscire tra ottobre e novembre, sia su supporto cd che su piattaforme digitali.
Prima vorremmo far uscire però il secondo singolo. Si tratterà di un videoclip completamente diverso dall’altro: sarà il video di una ballad su cui puntiamo fortemente “California”. Non avrà uno stile digitale, ma sarà un girato classico su cui lavoreremo a settembre, sperando possa essere pronto entro i primi di ottobre.

Come vedi il panorama musicale attuale per il genere che fate voi?

Ci sono due risposte. Se si ascolta la radio, mi verrebbe da dire che non c’è spazio, perché passa poco rock e quello che passa è un rock se vuoi un po’ piacione. Se penso però ai concerti che ci sono, specie nella programmazione estiva, direi che il pubblico c’è e la risposta è fortissima. C’è fame di questo tipo di musica, ma non viene spinta. Si tende invece ad enfatizzare una scena più indie cantautorale tipica italiana, mentre il resto d’Europa si apre moltissimo al confronto…

Un consiglio a chi vuole seguire questa strada.

Anche se non posso di certo dare consigli, di sicuro posso dire che è fondamentale suonare tanto, prima da soli a casa e poi in compagnia, l’unico vero modo per crescere come musicisti. Una cosa che manca in Italia è il concetto di band: c’è molto l’idea del solista accompagnato da qualcuno. L’unico modo per crescere è invece avere altre persone con cui condividere. Poi penso sia indispensabile essere, soprattutto all’inizio, imprenditore di se stessi, investire molto e credere in quello che si fa. Bisogna fare un percorso graduale che porti al professionismo.

 

I Mad Shepherd vi aspettano sul sito http://www.madshepherd.com/ e su FB https://www.facebook.com/themadshepherd?fref=ts

Buon ascolto!

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