SILVERI E CEFALO: BENE LA SVOLTA DEL SINDACATO MA SERVE ANCHE UNA SVOLTA DELLA CONTROPARTE

le agenzie fiscali

Abbiamo chiesto a Stefania Silveri e a Roberto Cefalo, Responsabili del comparto Agenzie fiscali rispettivamente per la Cisl e la Uil, un breve commento alla relazione svolta da Pirani al convegno della Uil sul lavoro pubblico del 9 gennaio (vedi su questa rivista "Valorizzare i meriti per ridare efficienza al settore pubblico" 1 e 2).  Ci interessava capire in che modo le considerazioni di Pirani possono essere trasferite (se già non lo sono state) nella concreta politica sindacale all'interno delle Agenzie. Sostanzialmente, secondo i due sindacalisti c'è piena disponibilità verso il modello di sindacato delineato da Pirani e di lì a pochi giorni prefigurato, del resto, anche nel memorandum sottoscritto il 19 gennaio dalle tre confederazioni. Perché questa politica vada avanti è indispensabile, però, che anche i vertici delle Agenzie e l'Autorità politica facciano la loro parte. Ecco le risposte. 

STEFANIA SILVERI (CISL)

Concordo pienamente con il pensiero di Pirani laddove sostiene la necessità di "dare efficienza alla spesa pubblica" provvedendo a tagli nei costi "impropri". Se mi è consentito, porto un esempio di costo improprio: il Dipartimento delle Politiche Fiscali, di recente, ha riallocato le sue sedi su Roma. Tale operazione si è resa necessaria a causa del degrado delle Torri dell'EUR. E' logico, però, che quella parte di Dpf che era collocata a Tor Pagnotta, abbia invece scelto la sede di via Palestro che dista circa 20 Km da Via Carucci? Si ha un'idea di quante spese si sostengono per spostare le pratiche che necessitano della firma del Direttore da un capo all'altro di Roma? E questo solo per fare un esempio.
E' normale che appena si insedia un nuovo Direttore, un nuovo Sottosegretario, un nuovo Ministro, debbano essere sostituiti tutti i mobili, tutti i parati, etc. anche se nuovissimi?
E' normale che si continui ad utilizzare la consulenza, a stipendi elevatissimi, per funzioni che gli interni potrebbero agevolmente adempiere, con maggiore professionalità e con minori costi?

In tema, poi, di valutazione del merito, la posizione della CISL Finanze è nota da tempo. La riepilogo:
siamo coscienti che comincia a prendere piede una critica, nemmeno tanto velata, nei confronti delle scelte sindacali degli ultimi anni. Gli sviluppi ordinamentali basati essenzialmente su titoli (anzianità e titolo di studio), sostanzialmente indifferenti alla qualità del lavoro, ai risultati raggiunti e alla preparazione acquisita, sono, a torto o a ragione, considerati mortificanti. Carriera e stipendi, si dice sempre più spesso, sono variabili indipendenti rispetto ai risultati ed i più attivi e preparati vengono trattati esattamente come chi tira avanti facendo il meno possibile. Per questo non siamo contrari all'introduzione nelle Agenzie fiscali di sistemi di valutazione delle prestazioni individuali.
Siamo, però, assolutamente contrari all'eccessiva discrezionalità che si vorrebbe attribuire al dirigente. La CISL ritiene che sia necessario anche l'aggancio a elementi di indiscutibile obiettività per attribuire carattere di certezza e trasparenza agli elementi di professionalità presi in considerazione. Ed inoltre…vogliamo esserci. La CISL, cioè, ripropone anche la questione della necessaria presenza del sindacato in caso di contraddittorio richiesto dall'interessato in ordine alla valutazione delle proprie prestazioni. Se la valutazione dovrà diventare uno degli elementi utili alla crescita economico professionale del personale, allora riteniamo che ciò dovrà passare dal giudizio e dalla verifica di un organo paritetico ove siedano anche i rappresentanti del personale.
In ossequio alla necessaria integrazione europea, vale la pena ricordare che nella PA francese lo scalino economico prodotto dalla valutazione è oggetto proprio di verifica congiunta tra le parti.
Va comunque precisato che, per la CISL, possibili aperture alla sperimentazione di sistemi di valutazione delle prestazioni individuali, sono conseguenti alla risoluzione del fenomeno, grave nel comparto Agenzie fiscali, del mansionismo – ossia lo svolgimento di mansioni superiori non riconosciuto.

Quanto alla seconda parte della relazione di Pirani, molte delle osservazioni contenute sono condivisibili anche perché rappresentano, nei fatti, anticipazioni dei contenuti del "Memorandum", firmato anche dalla CISL venerdì scorso con il Governo.
Vorrei sottolineare, però, due aspetti ai quali attribuisco molta importanza:

  1. pur concordando con la necessità di ridefinire gli ambiti di contrattazione, semplificandone il numero, non credo che questa scelta si "attagli" pienamente al comparto Agenzie Fiscali. E ciò non in ossequio a logiche "separatiste e parcellizzanti" ma perché sono convinta che la specificità della funzione fiscale necessiti assolutamente di un contratto, appunto, specifico. Trattasi di una esigenza funzionale in grado di dotare il fisco di una organizzazione rispondente alle finalità ad esso demandate dalla Costituzione e necessarie allo Stato e alla società civile.
  2. Concludo con un'osservazione che può sembrare azzardata dal punto di vista giuridico ma che forse non lo è dal momento che è stata sostenuta da illustri personaggi (uno per tutti, il Prof. Monti). Mi chiedo, cioè, se il futuro del pubblico impiego dovrà passare da attente valutazioni del merito e dell'impegno individuale, ha ancora senso, nel nostro Paese, attribuire "valore legale" ai titoli di studio? Ai posteri l'ardua sentenza.

ROBERTO CEFALO (UIL)

Condivido con forza la relazione del Segretario confederale UIL Paolo Pirani, una relazione coraggiosa ed innovativa.
Su molti aspetti potrei dire che nelle Agenzie fiscali in questi anni abbiamo cercato di muoverci in questa direzione, coniugando lo sviluppo del personale, la sua valorizzazione, con la maggiore efficacia dei servizi ed efficienza del lavoro svolto.
Da tempo, in particolare alle Entrate, sono in vigore specifici standard di produzione, vi è una misurazione dell'attività svolta, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.
La nascita e lo sviluppo degli Uffici locali, la realizzazione dei front-office polifunzionali, l'implementazione dei Centri di assistenza telefonica e multicanale hanno segnato una netta svolta rispetto alle vecchie Amministrazioni burocratiche ed autoreferenziali.
Abbiamo, anche all'Agenzia del Territorio, le Carte dei servizi, gli Uffici in gran parte certificati da Società esterne, ma quello che è più rilevante è che abbiamo con fatica, in un quadro normativo preesistente e con Contratti non ancora aperti all'innovazione, sperimentato sistemi di valutazione e riconoscimenti basati anche sul merito individuale.

A partire dagli accordi sulla corresponsione dell'ex 2% a fine anni '90 fino all'erogazione del salario di produttività ed agli stessi sviluppi di carriera che, in via sperimentale, hanno previsto momenti di valutazione che tenessero conto anche della qualità e dell'impegno nel lavoro svolto.
Così come sulla dirigenza molti aspetti hanno correlato la retribuzione di risultato e la stessa collocazione organizzativa ad una valutazione complessiva dell'attività.
Passi avanti che seppure frenati nel periodo del Governo di centro destra, hanno comunque permesso di mantenere perlomeno nel loro complesso la coerenza delle prime opzioni.
Ora con il CCNL delle Agenzie Fiscali, e da ultimo con la sottoscrizione definitiva dell'integrativo dell'Agenzia delle Entrate, tali passi sono divenuti più significativi. Sia con riferimento alla corresponsione di parte del salario di produttività che rispetto all'individuazione dei funzionari che devono assumere funzioni di responsabilità all'interno dei processi organizzativi.
La partita quindi è aperta, quella che va implementata è la partecipazione delle OO.SS. alle metodiche ed ai criteri per una valutazione delle attività e delle caratteristiche dei lavoratori che sia condivisa e non unilaterale, come in molti casi oggi avviene.

Quanto ai miglioramenti dell'efficienza del comparto pubblico, noi della Uil, avendo nel nostro DNA il sindacato dei cittadini, cerchiamo ogni giorno di coniugare migliori condizioni di lavoro con la qualità del servizio reso al Paese.
Abbiamo iniziato 7 anni fa, con la condivisione della riforma per Agenzie: un percorso all'avanguardia che penso abbia contribuito a rafforzare alcune opzioni che in questi giorni si sono tradotte nell'accordo sul lavoro pubblico per renderle patrimonio di tutta la P.A..
Sono convinto che se i vertici delle Agenzie, ed in particolar modo l'Autorità Politica, vorranno mantenere la stessa tensione ideale ed attenzione degli anni scorsi, purtroppo affievolite in questi otto mesi di Governo di centro-sinistra, noi potremo contribuire, nel nostro comparto, a rafforzare gli elementi di innovazione e di miglioramento organizzativo che il paese continua a richiederci.

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