VEDETTA, QUANTO RESTA NELLA NOTTE?

vedetta

(27.1.08) E’ tipico dell’essere umano cercare anche nella situazione più disperante quell’appiglio che gli consenta di continuare a vivere: Gino Nobili lo trova andandosi a riguardare i propri commenti di quest’ultimo travagliato biennio per evidenziare quante volte è stato buon profeta. Ma – “l’apparenza inganna” – non siamo di fronte ad un’autocelebrazione, ma alla sua simulazione allo scopo di azzardare un’analisi della situazione attuale.

articolo di Gino Nobili
E ora? che succede ora? nessuno di noi ha la palla di vetro, ma in tempi di crisi gli aruspici guadagnano bene, ragion per cui il sottoscritto, prima di azzardarsi in previsioni, intende portare le numerose prove della validità dei suoi oracoli. Riporta a tal fine alcuni brani di suoi pezzi pubblicati su queste pagine negli ultimi due anni, evidenziando le parti di maggior successo.
 

15 aprile 2006

…la soluzione uscita dalla consultazione elettorale del 9-10 aprile potrebbe essere, per parafrasare Terzani, un "ultimo giro di giostra" per la democrazia in Italia. Il problema è capire se il centrosinistra sarà capace di approfittarne. In caso contrario, l'Uomo è pronto a ingoiare l'Italia con un solo boccone.
…occorre governare bene, per quanto i numeri lo consentiranno. Occorre che domani, anzi meglio "ieri", Prodi chieda e ottenga dai propri alleati due o tre anni di assoluta disciplina: decido io, e voi in pubblico non fiatate – se avete qualcosa da dirmi fatelo prima, e privatamente. Tutto lascia credere che il centrosinistra non avrà altre occasioni.

25 ottobre 2006
(a valla di una disquisizione teorica su destra e sinistra, da rileggere tutta attentamente)

gente come Mastella resterebbe sempre a fare da jolly

16 marzo 2007

La “porcata” (ipse dixit) di Calderoli … è stata concepita a due scopi precisi: garantire la permanenza in parlamento ai fedelissimi delle segreterie di partito e rendere, al limite, ingovernabile il Paese. Perciò il sistema è proporzionale, con collegi molto grandi, senza voto di preferenza, e con il premio di maggioranza calcolato in maniera diversa per le due camere, e non si può certo dire che non abbia ottenuto lo scopo per cui era stato disegnato. Ma adesso che si è lasciato al centrosinistra l’ingrato compito di avviare il risanamento del bilancio, adesso che le contraddizioni del sistema hanno potuto fare il loro lavoro su una maggioranza parlamentare risicata, adesso che si è di nuovo in testa nei sondaggi, beh, forse si possono apportare quei correttivi che consegnino alla destra altri 5 anni di governo blindato per fare bene quello che gli pare, cioè gli affari del Dominus.
Una legge ideale dovrebbe prevedere, dice giustamente Sartori, uno sbarramento consistente che escluda i piccoli partiti e un premio di maggioranza razionale. Ma una legge di questo tipo non sarà mai approvata a causa della opposizione degli stessi piccoli partiti.
Il problema italiano è ancora uno, però, ed ha un nome e cognome: fino a che viene consentito che sullo scenario politico operi un tale coacervo di potere economico e interessi privati concentrati su un solo individuo non ci si può permettere il lusso di consegnargli di nuovo lo scettro del comando.

(e, a proposito della scelta di procedere col Partito Democratico prima di aver fatto la riforma elettorale)

… l’uninominale a turno unico, anche corretto come nel Mattarellum, andrebbe benissimo se si potesse affrontarlo con un partito unico, mentre in un proporzionale con microcollegi o in un doppio turno alla francese il partito unico può reggere anche se non dà vantaggi apprezzabili rispetto alla semplice coalizione di partiti medi con identità separate. Nel sistema attuale invece, che privilegia il senso di appartenenza ideologica dell’elettore, unire realtà eterogenee potrebbe dar vita a un soggetto che prende meno voti della somma dei suoi componenti. E la cosa non cambia con una soglia di esclusione alla tedesca…

11 luglio 2007

… l’attuale legge elettorale “denuda il Re”, mostrando come la classe politica italiana attuale abbia pochi altri scopi oltre all’automantenimento.
…la discesa in campo del sindaco di Roma, oltre ad essere fattore destabilizzante per l’attuale governo, se ce n’è bisogno di un altro, brucia la possibilità che un Cincinnato raccolga qualcosa tra le ceneri della disfatta prossima ventura…
Una nuova legge elettorale decente questo Parlamento NON PUÒ approvarla, se per decente intendiamo che tolga potere alle segreterie e si informi a un impianto maggioritario.
Allora noi intanto firmiamo. (si parlava di referendum) Così se intanto non si mettono d’accordo, e se intanto non sciolgono le camere, l’anno prossimo una legge elettorale almeno “non indecente” la imponiamo noi Sudditi.

20 luglio 2007

le nostre colpe dipendono da un peccato originale di costituzione di questo centrosinistra, da imputare alla presenza stessa di Berlusconi in politica…l'instabilità innata del centrosinistra è secondo me causata principalmente dal fatto che annovera elementi eterogenei culturalmente, che difendono interessi diversissimi, accomunati solo dal Nemico, tra cui alcuni da un momento all'altro per svariati motivi possono passare di là. In altri termini, se è vero che l’intransigenza dell'ala sinistra della coalizione è stata la causa della caduta del primo governo Prodi, resta da vedere se lo sarà anche del secondo, piuttosto che il tradimento di un altro senatore centrista.

Shomér, Ma Mi-Llailah?
Prendendo a prestito la domanda da una bella canzone di Guccini (significa “Vedetta, quanto resta nella notte?”), adesso l’aruspice patentato può dare una risposta.
Intanto, risulta oramai evidente, anche allo stesso Prodi, che:

  • la crisi è stata innestata da un personal party che pesa l’1,4%, appena in tempo per giocarsi tutte le carte sul voto con questa legge elettorale e la vanificazione del referendum, e quindi per assicurarsi l’esistenza in vita anche nella prossima legislatura (forse anche rassicurato in tal senso dal capo dell’opposizione, prima di muoversi…)
  • l’avvento del PD nella scena politica ha minato i presupposti stessi di esistenza del governo, e quindi è stato intempestivo da tutti i punti di vista (al di là delle improvvide trattative e dichiarazioni del suo ineffabile segretario), come in pochi osavamo dire, visto che se adesso non si riesce (ed è davvero poco probabile) a varare una riforma elettorale decente, si voterà in primavera con l’attuale legge e il nuovo partito non prenderà più del 20-25% dei suffragi (stretto tra la nuova “cosa” di sinistra e il prossimo venturo nuovo partito prodiano)
  • l’unica speranza di noi cittadini di buona volontà prima dell’espatrio passa per la cruna dell’ago di un periodo di incertezza abbastanza lungo che non si riesca a votare prima del referendum, e che in quell’occasione riusciamo a mobilitarci in massa e votare si.

Ma questo sarà solo, ammesso che riusciamo ad applicarlo, un pannicello caldo sul corpo macilento di un Paese oramai disfatto, pronto ad essere fatto a brandelli dal Berlusconi 3.
E non è colpa dei politici, è colpa di noi italiani. Per dirla bene, sta cosa, ci vorrebbe un trattato, o poche parole di un poeta, ancora Guccini:

soffiasse davvero quel vento di scirocco
e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare
dietro alla faccia abusata delle cose,
nei labirinti oscuri della case,
dietro allo specchio segreto d' ogni viso,
dentro di noi…

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