Confondere sentimenti ed emozioni finendo per distruggere qualcosa di bello è delittuoso, specie se lo si fa per creare qualcosa di pessimo. Dal 31 ottobre al 19 novembre il Teatro 7 presenta Quattro, commedia brillante e delicata che parla delle molteplici sliding doors della vita, che possono essere prese dai diretti interessati in vari modi, anche in faccia.
La formula perfetta dello stare insieme è un tesoro molto raro, un’alchimia complessa in cui ogni elemento deve essere bilanciato senza commettere il minimo errore. Non vale la pena, quindi, una volta ricavata tale unicità, distruggerla in nome di un sentimento distorto ed equivocato. Dal 31 ottobre al 19 novembre al teatro 7 va in scena Quattro, spettacolo divertente e intelligente in cui si sorride riflettendo sulle scelte che talvolta si fanno e talvolta si subiscono.
Quattro è diverso da due, banalmente. Infatti non si tratta di coppie ma di amici. Individui formalmente singoli, anzi single, che tuttavia condividono ogni aspetto della propria esistenza da sempre, come non avviene neppure in molti matrimoni. Persone che si completano e aiutano, conoscendo fragilità e pregi di ognuno e vivendo ogni momento come un’unica entità collettiva. All’interno di questa idilliaca dinamica non mancano però emozioni di altra natura rispetto alla semplice, pur profonda, amicizia. Ed è qui che iniziano i problemi.
Mai ingannarsi forzando la mano al destino o alla volontà altrui. Tantomeno assecondare decisioni che appaiono subito sconsiderate solo per troppo affetto. Affetto, appunto, non amore. Si rischia di distruggere qualcosa di bello e di farlo creando qualcosa di pessimo, che minerà la felicità propria e quella delle persone care. Lo spettacolo di Adriano Bennicelli con la regia di Michele La Ginestra narra una storia drammaticamente o piacevolmente normale, a seconda che il protagonista, che può essere chiunque di noi, colga la porta giusta tra tutte quelle che la vita gli aprirà.
Gli sventurati, o fortunati, personaggi che vivono la vicenda di Quattro sono interpretati con naturalezza e bravura da Claudia Campagnola, Andrea Perrozzi, Ketty Roselli e Alessandro Salvatori. Dialoghi e battute fluiscono con efficacia e semplicità, aiutando il pubblico a sentirsi coinvolto e partecipe. Anche troppo, a dire il vero, a giudicare dal brusio che saliva sovente dalla sala. Quest’ultimo aspetto però non può che andare ad ulteriore merito degli attori. Una prova convincente, quindi.
Non è così male, alla fine, avere una donna per amico.