Le riflessioni filosofiche di due sorprendenti becchini

Le riflessioni filosofiche di due sorprendenti becchini

“Chi muore si rivede”, con Francesco Stella e Giuliano Calandra, è in scena al Teatro 7 fino al 7 ottobre con la regia di Nicola Pistoia. Un inaspettato viaggio introspettivo di due operatori di pompe funebri che, abbandonati dall’auto in panne in una landa lontana da tutto, attendendo i soccorsi si lasciano andare a confidenze su se stessi e sulla vita. Ma soprattutto, dato il contesto, sulla morte.

 

Rimanere dispersi in aperta campagna tra cielo, fieno e cicale può aiutare a stimolare dialogo e analisi approfondita delle grandi domande della vita. Specie se a porsi tali quesiti sono due persone quotidianamente a contatto con un preciso aspetto dell’esistenza: la sua fine. “Chi muore si rivede”, con Francesco Stella e Giuliano Calandra, è in scena al Teatro 7 fino al 7 ottobre con la regia di Nicola Pistoia. Allegria e simpatia tipicamente romane si accompagnano con successo ad una sottile malinconia che, tuttavia, non eccede nella cupezza.

C’è sempre spazio per la speranza in questo scambio vivace di battute e vedute tra i due personaggi così diversi tra loro: l’uno sorridente e sempre gioviale con la passione per il ciclismo, sport che considera metafora della vita. Perché spesso la quotidianità può essere sofferenza ma accanto ad essa, come in una volata in piedi sui pedali, c’è sempre la passione per ciò che si è e si fa. L’altro, invece, demoralizzato e insoddisfatto di un lavoro di cui avversa molti aspetti. Quasi tutti, in verità. A cominciare dalla diffidenza, a dir poco, evidenziata da tutti quando vedono passare quei signori vestiti di nero alla guida del carro funebre.

Dal contrasto di punti di vista antitetici emerge l’amicizia e la sensazione che anche nel dolore, talvolta, vi sia un significato, una rivelazione. Quella che fa capire quanto la strada già intrapresa sia in realtà sbagliata. E quindi sia lecito cambiare. Come in una grande, epica tappa ciclistica di montagna dove la fatica devastante costituisce l’unica via per arrivare in cima, allo stesso modo le difficoltà degli impegni di ogni giorno possono aiutarci, e aiutare gli altri, a rendere più sopportabile un momento buio. Ad esempio quello della perdita di una persona cara.

“Chi muore si rivede” è uno spettacolo delicato e commovente, in cui sorrisi e tristezza si incontrano senza rubarsi mai la scena né contrapporsi. Ma parlandosi, esattamente come fanno nella realtà di ognuno di noi. Perché fanno parte della vita, come la morte.

 

About Marco Bombagi

Laurea Magistrale in Scienze Politiche con indirizzo sociale e del lavoro conseguita nel giugno 2006. Praticante giornalista presso "Lumsa News" ( scuola di giornalismo dell'università Lumsa) da ottobre 2007 a ottobre 2009. Giornalista professionista dal 19 gennaio 2010. Autore del romanzo "La Valle di Erec" edito da Progetto Cultura