… E se puoi “Liberaci dal male”

… E se puoi “Liberaci dal male”

In scena al Brancaccino fino a domenica 19 febbraio  Liberaci dal male scritto da Giampaolo G. Rugo e diretto da Massimiliano Farau.

Una casa piuttosto buia e malconcia, con qualche complemento d’arredo rimediato. Un uomo e una donna parlano con fare molto diverso: lei, Lella, agitata e nervosa continua a chiedere di continuo di un farmaco; lui, Luca, fermo e pacato, apatico quasi fino allo sfinimento non fa che ripeterle di stare calma. I due fidanzati e conviventi hanno deciso di mettere in atto forse uno dei crimini peggiori che si possano fare, hanno organizzato il rapimento di un neonato, figlio dell’ingegnere per il quale lavora Luca.

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Una storia di male, quello profondo e drammatico dettato da un costante senso di insoddisfazione e abbrutimento, quello soprattutto di un uomo che si sente in perenne credito con la vita e che cerca di cambiare tutto con un gesto folle e terribile. L’insano progetto cambia però direzione quando a contrastare l’insofferenza, causa e spinta del sequestro, interviene quasi inaspettato un istinto materno che si frappone decisamente tra i due protagonisti in scena.

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La timida e indecisa Lella diviene così direttore d’orchestra dell’intera storia: è adesso lei a prendere le redini della vicenda, a gestire tempi e spazi, a deviare la crudeltà del compagno per donare al bambino la cura, l’attenzione e l’amore che gli sono dovuti. E che desidera fortemente anche lei.

 Un’ottima Roberta Mattei, che probabilmente molti ricordano per il ruolo che ebbe nel film “Non essere cattivo” di Caligari, indossa molto bene le vesti di una donna fragile e davvero timorosa come è inizialmente Lella. I suoi occhi, i suoi gesti danno forma al personaggio, ne sottolineano le debolezze e mutano al crescere dell’azione fino a diventare altro dal sé visto fino a quel momento.

Luca d’altro canto, interpretato da Davide Tassi, evolve in senso opposto: lui che era il burattinaio diviene infine il burattino il cui destino è deciso proprio da Lella.

davidetassiLiberaci dal male se da un lato può essere una storia avvincente, un thriller vero e proprio, dall’altro subisce forse quella stessa ambizione. Il ritmo talvolta rallenta e l’intreccio non sempre si sviluppa al meglio. Ottimo però lo stacco con la musica che di volta in volta segna il cambio di scena, come pure il momento di rinascita di una nuova Lella/mamma alle prese con il piccolo.

 Uno spettacolo che ha tutti i presupposti per colpire lo spettatore, per farlo partecipe e tenerlo con il fiato sospeso, ma che in alcuni momenti non riesce a centrare l’obiettivo. Apprezzabile lo studio sullo sviluppo dei personaggi, specie quando nel racconto emerge l’insospettabile e l’atmosfera cambia repentinamente; come pure appare giusta l’idea di far chiedere a chiunque da che parte in fondo si stia… Il bene e il male dunque, le paure e quel senso profondo di rivalsa che con violenza può irrompere nella vita di tutti.

 

 

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