DIMMI LA VERITAAAAA

 

(18 settembre 2012)   da http://www.facebook.com/groups/62972540658/

In comunicazione si insegna che volendo fare una media (come tutte le medie, assurda e allo stesso tempo significativa) tra tutte le transazioni comunicative faccia a faccia, che mettiamo in atto da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire, in cui cioè entrano in gioco la comunicazione verbale (quella che potrebbe essere trascritta in un testo) quella paraverbale (tono volume e timbro, quello che passerebbe per radio o per telefono) e quella non-verbale (l’unica delle tre che passa solo se ti vedo), in quello che arriva del messaggio sono preponderanti le ultime due dimensioni, restando alla verbale stretta non più di un dieci per cento di importanza relativa. Si tratta di un fatto, si proprio di un fatto sperimentalmente dimostrabile quindi scientifico, che lascia increduli la maggior parte di noi quando lo sentiamo la prima volta, per una ragione semplice: viviamo nella presunzione che la parte logica della nostra mente, quella che governa tra le altre cose il linguaggio verbale, sia preponderante nell’economia di ciò che percepiamo del mondo e di come ci interfacciamo con esso, mentre è vero il contrario, e la presunzione deriva dal fatto che la mente logica è come un velo che ricopre un universo, e si che lo ricopre tutto ma è davvero sottilissimo. Per avere una dimostrazione spicciola, basta avere a che fare con un essere umano di quell’età magnifica in cui comincia ad avere coscienza di se ma ancora non dice che mamma o poco altro: provate a dirgli una bugia, a dirgli una parola rassicurante mentre siete allarmati e la stessa parola quando siete davvero tranquilli, o una di rimprovero mentre siete convinti che con le sue marachelle è simpaticissimo e la stessa parola quando vi ha fatto davvero arrabbiare. Poi, pensate che ciò accade anche coi grandi, anche se una serie di strategie di finzione messe in atto da tutti tende ad insabbiare la cosa… La verità è che la verità è un concetto davvero molto difficile da maneggiare. La verità è che oggi mi sono imbattuto in quattro sfaccettature diverse di questo concetto, navigando nel mare della controinformazione com’è nella mission di questo blog:
  • il buon Peppe, rivelandoci una cosetta non da poco sul ruolo della Bundesbank nella gestione del debito pubblico tedesco, tale da scardinare il luogo comune “tedeschi virtuosi italiani cialtroni”, ci fa riflettere sul concetto di manipolazione: ogni comunicazione ha come effetto, e se è consapevole come obiettivo, di influenzare il comportamento altrui, ma ogni bugia per quanto piccola, ogni semplice omissione anche di dettaglio, trasforma l’influenzamento in manipolazione, e la nostra opinione da libera diventa schiava (e nel peggiore dei modi: credendo di essere libera…);
  • Carolyn Baker, tradotta su ComeDonChisciotte, parlando senza edulcoranti della crisi sistemica incipiente derivante dalla insufficienza delle risorse del pianeta e delle proprie personali contromisure, ci ricorda che certe verità, in testa quella che tutti moriremo, per vivere dobbiamo dimenticarle, e anche così restano sempre sottopelle a condizionarci: così è della vita che materialmente presto saremo costretti a vivere, e qui forse la verità è che ha ragione mia madre a non avere mai smesso di coltivare la terra…;
  • Massimo Mazzucco, con un carteggio pubblicato su Luogocomune che se sia vero o costruito è davvero irrilevante, offre un contributo credo decisivo al discrimine tra verità oggettive e non, aiutandoci a districarci nel complottismo e a riflettere sul concetto di verità al tempo di Internet, proponendo ancora la Logica e il poco di moda (in era Ratzinger) relativismo culturalecome strumenti di ausilio;
  • Pier Giorgio Gawronski, dimostrando dettagliatamente e graficamente sul Fatto quotidiano il fallimento di Monti a valle della sua stessa sincera e candida ammissione di colpa di questi giorni, ci porta fino al perché e al come non basta dire la verità sulle proprie responsabilità se non si è disposti a pagarne il prezzo e cambiare rotta: è invece esattamente il vizio cattolico per eccellenza, confessare la verità.

di Controinformoperdiletto

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