VACCARI AL SECIT DIRETTORE PER LE FESTE. INTANTO META’ PERSONALE AMMINISTRA L’ALTRA

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Un servizio “in cerca d’autore” che continua a produrre poco in rapporto a quello che costa. Per statuto non deve occuparsi più dell’accertamento ma fa sempre meno ricerca, visto che buona parte degli “Esperti” sono impegnati altrove. Solo una riforma seria può cambiare questa situazione
Carlo Vaccari, decaduto nell’agosto scorso da Direttore del Secit, è stato muovamente chiamato da un decreto ministeriale a ricoprire questo incarico, rimasto vacante nell’attesa che i partiti della maggioranza si mettessero d’accordo sul nuovo candidato. L’incarico “bis” a Vaccari è però a brevissimo termine, dal 1° dicembre fino – sembra – all’8 gennaio. Giusto il tempo di spedire da Via Carucci gli auguri di Natale.

Come noi stessi avevamo segnalato in un precedente articolo, la mancata nomina di un Direttore destinato a prendere il posto che era stato di Vaccari e prima ancora, per due mandati, di Salvatore Tutino, aveva determinato, oltre alla difficoltà di gestire quelle poche attività che  il Servizio sarebbe oramai in condizioni di svolgere, anche l’impossibilità di provvedere alla divisione tra i 116 dipendenti dei fondi – circa 300.000 euro – riguardanti le competenze accessorie relative al 2003. Ripartizione che il nuovo-vecchio Direttore si è affrettato ad effettuare, evitando il rischio che gli stanziamenti rientrassero nella disponibilità dell’erario ma creando anche degli scontentezze tra i dipendenti. In ogni caso, rimane il problema dei fondi del 2004: che molto probabilmente Vaccari – se veramente dovesse rimanere solo fino all’8 gennaio – difficilmente farebbe in tempo a distribuire.

La questione di fondo
Ma al di là del problema della ripartizione degli arretrati tra il personale la questione più importante rimane quella del "che fare" dell’ente. Sicuramente così com’è ora il Servizio è del tutto inutile, come ormai da diverse parti si comincia a riconoscere. "Ci auguriamo – ha detto ad esempio il segretario nazionale della UGL Ministeri, Paola Saraceni – che da gennaio il Secit si dia una diversa organizzazione e ritorni ad essere un ufficio di verifica e non di studio, altrimenti per lo Stato sarebbe più economicamente vantaggioso utilizzare questo personale nell’Ufficio di Lotta alla Corruzione istituito presso la Presidenza del Consiglio. Sembra assurdo ma oggi la metà del personale del Secit è pagata per amministrare l’altra metà".
Assurdo, d’accordo, ma forse ancora ragionevole se almeno l’altra metà potesse lavorare. Viceversa questa metà ha difficoltà ad essere realmente operativa sia per il clima ormai di smobilitazione, sia perchè buona parte dei cosiddetti Esperti sono impegnati in altri settori dell’amministrazione. Come abbiamo già documentato il Secit ha ormai sempre più il ruolo di Ufficio cassa e/o paracadute di riserva per uomini di staff da retribuire, estromessi da risarcire, assistenti da sistemare e sempre meno quello di centro vero e proprio di ricerca ed elaborazione.
E’ chiaro che in questa situazione quella parte del personale che dovrebbe supportare gli esperti rimane spesso poco o male utilizzata. Un altro esempio di cattiva amministrazione proprio all’interno di quel Ministero che dovrebbe sovrintendere al corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

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