Metti una sera a teatro: tu, Favino e la commedia dell’arte!
foto di Fabio Lovino

Metti una sera a teatro: tu, Favino e la commedia dell’arte!

Il Servo per due firmato Favino – Sassanelli

Torna nuovamente in teatro, all’Ambra Jovinelli fino al 13 marzo prossimo, Servo Per due, one man two guvnors. Riadattamento dell’originale goldoniano, lo spettacolo muove dalle trovate da canovaccio note  alla commedia dell’arte.

Un eccezionale Pierfrancesco Favino, cui non si può che riconoscere l’attenta malleabilità con cui spazia da un ruolo all’altro, firma la regia di questo spettacolo insieme a Paolo Sassanelli: un connubio che dirige alla perfezione e senza incertezze tanto l’intreccio che l’estetica del testo. In palcoscenico così riprendono vita le maschere di un tempo, da Pulcinella ad Arlecchino, quanto quelle moderne di Totò o Macario; si riascoltano le canzonette da Baciami piccina a Pippo non lo sa, accompagnate dall’Orchestra Musica da Ripostiglio; si assiste ad uno spettacolo di varietà vero e proprio cui fa da controcanto lo sviluppo della narrazione.

foto di Filippo Manzini

foto di Filippo Manzini

 Servo per due è davvero l’espressione concreta di un teatro che funziona, un teatro capace di far ridere e di realizzare con il pubblico un legame indissolubile, l’unico per il quale ciascuno prende parte al gioco lasciandosi andare ad un tacito accordo con gli attori. Le battute, le gaffe si avvicendano sulla scena, facendo leva anche su un’improvvisazione che diviene spesso congeniale agli accadimenti in atto.

Ambientato nella Rimini di fine anni ’30, il servitore Pippo-Favino riesce a sbarcare il lunario ottenendo un lavoro da due padroni che in verità si conoscono. Girovagando per la città e cercando costantemente di nascondere la scomoda verità, il nostro Servo per due (padroni) si ritrova ad affrontare rocambolesche situazioni, divertentissime talvolta fino alle lacrime.

Questa commedia trascina in un intrattenimento di qualità, molto convincente e di sicuro successo. Belle le musiche, dal sapore teneramente nostalgico, le scenografie da teatro classico e tutti gli interpreti in scena. Plauso particolare ad un esilarante Sassanelli, stordito nei panni di un vecchio cameriere, e ovviamente Favino, istrionico e capacissimo.

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