Le Due Partite in campo all’Ambra Jovinelli
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Le Due Partite in campo all’Ambra Jovinelli

Ritorna il successo di Cristina Comencini

“Meno male che siamo tra donne, altrimenti ci prenderebbero per delle pazze, per delle assassine!” si sente in scena. Eh già, perché le donne quando stanno insieme parlano e si confidano. Ma no, fanno molto di più: le donne insieme, chiuse in un salotto, straparlano di tutto e di uomini specialmente e di quanto siano sbagliati, assenti, distanti, o invece troppo premurosi, ossessivi. Due Partite è un racconto allo specchio di due generazioni diverse di donne, quelle degli anni ‘60 abituate ad essere più remissive pur se non così tanto soddisfatte, in cerca di una propria dimensione da scovare senza fare troppo rumore, nella perenne lotta dell’accettazione di uno status di moglie e mamma cui non è concesso altro, se non elargire amore alla prole o almeno fingerlo. Dall’altro lato le figlie di queste donne, cresciute e divenute esse stesse delle donne adulte, più affermate, con un lavoro impegnativo e di successo talvolta, insomma diverse.

Eppure se guardate le une nelle altre queste donne, allora come oggi, sono un po’ la stessa cosa, esseri fragili che devono dimostrare di essere forti pur quando non ce la fanno, tenere e dimesse per evitare di spaventare il compagno/maschio di turno, dubbiose, insicure, ma insieme decise e volitive. Difficile davvero decifrare l’universo femminile, ogni volta è un processo alle intenzioni che non lascia tanto spazio a vere valutazioni, ma a congetture. E in questo gioco critico l’uomo diviene il fulcro, il centro assoluto di una vita intera, quello stesso punto su cui ciascuna passa intere giornate a fare valutazioni, con pensieri ogni volta diversi.

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Così Due Partite di Cristina Comencini torna in scena fino al 29 novembre per la regia di Paola Rota all’Ambra Jovinelli, con quattro nuove eccellenti interpreti: la bravura e la sicurezza di Caterina Guzzanti e Paola Micaccioni, già abituate alle tavole del palcoscenico, ben si sposa con Giulia Bevilacqua e Giulia Michelini, due volti noti al piccolo schermo che danno dimostrazione in questo debutto di un grande studio e della giusta dedizione per affrontare un testo così accattivante. Non mancano le risate. Due Partite è un modo che ha il teatro per descrivere le donne con tutte le loro folli e incomprensibili peculiarità. Bella l’idea scenografica del passaggio da una generazione all’altra con la quinta girevole, azzeccate le musiche.

Uno spettacolo capace di emozionare e ancora una volta la conferma di una grande scrittura scenica.

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