La scuola che cambia
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La scuola che cambia

di Sally Gulinelli

I ricordi della scuola di un tempo sono vaghi, i nostri genitori descrivono grembiulini rosa o blu ed un enorme fiocchetto all’altezza del collo, quasi più grande del loro viso. Le maestre e le loro grandi valigette contenenti il registro, la famosa penna rossa ed un’agendina per non dimenticarsi dei compiti assegnati il giorno prima. Le pettinature anni ’60-’70, e quell’aria di semplicità che si sentiva entrando in classe. I gessetti, le lavagne che fungevano anche da castigo per gli asinelli del giorno, insomma tutto era al posto giusto. Oggi anche la scuola ha voluto subire una tecnicizzazione forzata, perché “ stare al passo coi tempi è fondamentale per imparare a scrivere e a leggere … e soprattutto a ragionare!” Può forse un’antica e fornita biblioteca, dove i libri possono essere toccati e sfogliati, stare a petto con un super  tecnologico tablet?  Le lavagne si trasformano in computer, gli i-pad hanno preso il posto del registro e dell’agendina, i jeans con cintura ad altezza del ginocchio hanno “sputato in faccia” ai grembiulini e il linguaggio si è abbassato di livello anche per i prof.  Tutti questi cambiamenti, in merito ad un luogo dove il sapere dovrebbe essere il tema centrale , quale miglioramento hanno apportato nella nostra scuola di oggi? Abbiamo notato il basso livello culturale dei ragazzi di oggi rispetto a quelli di una volta? Non saper distinguere un condizionale da un congiuntivo in prima superiore può essere sostituito dal saper maneggiare al meglio un pc? I tempi sono cambiati ma la parola “migliore” appartiene solo al passato, purtroppo.

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