La Puglia degli Impresentabili e non
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La Puglia degli Impresentabili e non

di Beppe Di Maggio

Più che una sana competizione elettorale, queste elezioni regionali che si terranno domenica 31 maggio, rischiano di diventare un voto sul premier Renzi e soprattutto un coacervo di voti di scambio e liste fatte di impresentabili. Soprattutto una regione rischia di catalizzare nelle proprie liste tutto il peggio della politica, stiamo parlando della Puglia. Tra condannati, indagati, riciclati ed ex “venditori” porta a porta(non parlo della trasmissione) ce n’è per tutti gli stomaci forti. La spedizione dei (quasi) mille aspiranti consiglieri regionali in Puglia è ben lontana dall’essere  una competizione tra i migliori, a parte  il M5s che candida la giovane Antonella Laricchia e la Lega di Salvini, le altre hanno il proprio “De Luca” in lista. Non tanto per il numero degli impresentabili che secondo la commissione antimafia risulterebbero “solo” una dozzina tra Puglia e Campania, al momento sarebbero usciti i  4 nominativi delle liste pugliesi: uno corre con una lista d’appoggio a Michele Emiliano, un altro è candidato con Forza Italia (per Adriana Poli Bortone), gli ultimi due sostengono il fittiano Francesco Schittulli in rappresentanza della lista “Oltre con Fitto” e di Area Popolare. La lista definitiva  ed ufficiale la conosceremo  solo venerdì 29.

Il caso più eclatante riguarda proprio uno dei sette candidati alla presidenza della Regione Puglia, anche se non sembrerebbe al momento iscritta nella famigerata lista, ovvero Adriana Poli Bortone che oltre a presentare una propria lista civica, Puglia Nazionale, è appoggiata da Forza Italia e Lega Nord. Il 10 luglio inizierà un processo nel quale è accusata di abuso di ufficio e peculato perché “consapevole” degli illeciti alla base dell’acquisto dei palazzi di Via Brenta da parte del Comune di Lecce che, all’epoca dei fatti, guidava come sindaco. Certamente le liste che sostengono la Bortone non brillano per la qualità dei rappresentanti, considerando che sono state composte frettolosamente dopo la diaspora tra Fitto e Berlusconi.

La tentazione all’astensionismo è molto forte per gli elettori dei partiti tradizionali, già disgustati dal video che riprende Gianni Filomeno(candidato della lista civica appoggiata dal Pd) mentre  garantisce 30 euro, con la scusa del rimborso spese, a chi gli procacciasse dei voti; video  molto simile a quello in cui un  presunto collaboratore  del comitato elettorale di Anna Maurodinoia, in lista per il PD,  recita il tariffario per fare il rappresentante di lista. E’ la “politica”, bellezza.

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