Intercultura: cosa fare, come migliorare

Intercultura: cosa fare, come migliorare

Intervista alla Prof.ssa Veterone coordinatrice del 1° CTP di Roma

CTP 1

Accordo di Integrazione con lo Stato Italiano, esame di lingua L2 per ottenere il permesso di soggiorno, l’educazione civica del paese ospitante. Questo il tema dell’incontro con la Prof.ssa Elisabetta Veterone, coordinatrice del 1° CTP di Roma – Istituto Comprensivo Statale Daniele Manin e referente del progetto PRILS 2012. Ecco cosa ci ha detto…

Qualche notizia sulla sua formazione? E come arriva all’insegnamento?  

Ho iniziato circa 25 anni fa ad insegnare. La mia attività si è svolta su tutti gli ordini di studi come titolare di cattedra e ovviamente questo mi ha consentito di avere una visione trasversale rispetto alle competenze che devono acquisire gli allievi. La mia formazione è sia letteraria che psicopedagogica: dopo l’università ho conseguito diversi perfezionamenti post laurea e master a Roma, Firenze e Napoli e ovviamente i vari concorsi fino all’ordine secondario superiore di 1° e 2°. Ritengo essenziale che non solo gli allievi, ma anche i docenti si adeguino al nuovo contesto globalizzato: i saperi e le competenze da acquisire sono raggiungibili anche attraverso metodiche diverse da quelle tradizionali. I metodi sono cambiati, ma purtroppo molti docenti sono rimasti ancorati a vecchi schemi prefissati. Avendo l’opportunità di viaggiare sia in Oriente come in Giappone, sia in Occidente come negli Usa dove vado due volte l’anno, ho conosciuto diversi approcci all’insegnamento che cerco di portare anche da noi.

CTP e PRILS 2012: di che si tratta e quali obiettivi perseguono?

Da tempo ricopro la carica di vice coordinatore del 1° CTP, ossia dirigente scolastico di scuola superiore, sostituendo la preside Dott.ssa Maria Letizia Ciferri a 360°. Attualmente esiste un accordo economico per favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche rispetto alla lingua italiana intesa come L2, cioè come seconda lingua: questo per favorire le competenze linguistiche tanto del paese dove si emigra, che quelle del paese di appartenenza. Si tratta di un progetto che riguarda tutti i paesi europei. Il PRILS 2012 per la precisione è partito lo scorso anno: è la prima volta in cui Europa, Regione Lazio e Italia hanno collaborato per lo sviluppo delle competenze linguistiche attraverso una progettazione. Vediamo in che modo. L’Istituzione è il CTP – Centro Territoriale Permanente, l’unico autorizzato a rappresentare lo Stato attraverso veri e propri pubblici ufficiali. Quest’anno è stata aggiunta una struttura che si chiama ACCORDO DI RETE (Rif. Accordo Quadro tra Mininstero degli Interni e USR Lazio – DM 2012) con la quale si istituisce una formazione dedicata all’educazione civica con alfabetizzazione, in vista di una conoscenza più completa della cittadinanza italiana. Prima di iniziare il percorso di alfabetizzazione di livello 1 e 2, abbiamo una struttura di accordo per cui la Prefettura di Roma attraverso l’UTG – Ufficio Territoriale di Governo, invia gruppi di persone a seconda dell’etnia a singoli CTP, 37 in tutto il Lazio. Io, in qualità di referente del PRILS 2012 ho dovuto realizzare una vera e propria impalcatura del progetto: siamo riusciti a formulare 9 corsi di L2 livello A1 e A2, che è quanto richiesto per legge per rimanere nel territorio italiano, e per l’Accordo di Rete 11 sessioni di educazione civica con discenti cinesi non alfabetizzati. Per migliorare il percorso di apprendimento ho chiesto anche l’intervento di una mediatrice culturale di lingua cinese accreditata, oltre all’impiego di docenti in formazione che devono sviluppare percorsi di tirocinio per circa 180 ore. Il mio obiettivo è non disperdere: ho cercato di creare dei gruppi sperimentali in crescendo cinese/italiano, che hanno portato ad un effettivo mantenimento tra i tempi della sottoscrizione dell’Accordo e l’esame.

La realtà della docenza in questi anni: il sistema italiano funziona? Quali sono le criticità?

Più che criticità, direi che è difficile dare un giudizio. Siamo in una situazione di grande ed estremo bisogno. Abbiamo discenti globalizzati, ma che arrivano da una miriade di storie diverse. Occorrono a mio avviso maggiori interventi economici dall’Europa, specie per i corsi di L2. E’ importante sottolineare che sugli stranieri che arrivano in Italia si ragiona spesso con dei preconcetti: io personalmente mi sono trovata in situazioni tra loro diversissime. Ho avuto a che fare ad esempio anche con persone altamente formate nel proprio paese, ma non padrone della lingua italiana. La difficoltà è infatti anche quella di avere due tipologie di discenti, quelli qualificati o invece gli analfabeti già nel proprio paese.

Cosa la stimola in questo progetto?

Il fatto che comunque a volte bisogna calarsi nella realtà degli altri, come è capitato a noi italiani quando espatriammo verso l’America. Lì tutt’ora ci sono gruppi di migrazione che non hanno assunto competenze linguistiche e vivono invece solo tra di loro. Vedo però una grande volontà di fare, in un mondo in continua evoluzione e che corre. Ho avuto la fortuna di vedere i diversi metodi di insegnamento nel mondo e mi stimola l’idea di voler creare un sistema di grande ampliamento di conoscenza. Ecco, la spinta è questa. Tutto sommato i flussi migratori sono gli stessi di un tempo, ma oggi lo step è l’Europa anziché l’America.

Cosa le piacerebbe vedere nella scuola del futuro?

L’ideale sarebbe un maggiore intervento economico da parte dell’Europa per le varie regioni italiane. Un piccolo sogno nel cassetto: sarebbe utile portare i nostri insegnati nel paese di partenza, per una full immersion in loco di 1 – 2 mesi, in modo da non avere questo approccio così forte all’arrivo.

 

Per tutte le informazioni:
1° CTP di Roma “Nelson Mandela” per l’Educazione degli Adulti presso Istituto Comprensivo Statale Daniele Manin http://www.danielemanin.org/CTP.html, rmic81400t@istruzione.it
Prof.ssa Elisabetta Veterone – e.veterone@virgilio.it

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