Il divorzio dei Compromessi Sposi, ovvero tutto il mondo è paese

Il divorzio dei Compromessi Sposi, ovvero tutto il mondo è paese

di Federica Picotti

Quel ramo del lago di Como, nella commedia musicale Il divorzio dei Compromessi Sposi, diretta e interpretata da Carlo Buccirosso, in scena al teatro Sala Umberto di Roma dal 20 dicembre all’8 gennaio, si affaccia – con molta disinvoltura – su una riva tipicamente partenopea, caratterizzata dalla sua vena comica dialettale.

Don Rodrigo, stavolta è uno strozzino dell’entroterra napoletano, emigrato sulle rive comasche, con i propri bravi, i suoi scagnozzi, animato dall’obiettivo di rivitalizzare la propria attività finanziaria, minacciata dalla crisi e da losche organizzazioni concorrenti.

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Degno erede del Don Rodrigo del Manzoni, si invaghirà, come da tradizione, di Lucia Mondella, promessa sposa di Renzo Tramaglino.

Sia Renzo che Lucia sono figli di famiglie contadine di modesta estrazione, purtroppo irrimediabilmente “compromesse” dai rapporti con l’usuraio napoletano che si dimostra determinato a collaudare, a loro scapito, il primo caso di “separazione pre-matrimoniale, non consensuale, a tasso di interesse fisso”.

Nel Divorzio dei Compromessi Sposi sembra quasi che il romanzo manzoniano si sia spostato in una Napoli seicentesca come a dire che, la celeberrima storia travagliata di un matrimonio che non s’ha da fare, tradotta in questo caso in un divorzio prematrimoniale, possa essere ambientata in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo.

Nonostante Carlo Buccirosso resti fedele, nei costumi e nelle scenografie, all’ambientazione originale, la storia si snoda, infatti, tra problematiche matrimoniali e sociali sempre attuali e quest’atemporalità del testo viene sottolineata dall’intreccio di dialetti differenti che vanno dal toscano al bergamasco, dal calabrese al napoletano, dall’emiliano al siculo e, insieme, dall’entusiasmante corpo di ballo e dalle incalzanti coreografie di Rita Pivano che anima uno stuolo di personaggi minori a dare vivacità al testo con le note contemporanee prese in prestito da artisti come Renato Zero, Laura Pausini e De André, magistralmente riadattate ed eseguite dall’ensemble.

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Quasi a dire che la realtà supera la finzione, o meglio che quello che ci tentava ieri ci tenta ancora oggi, attraverso una comicità sicura e solo apparentemente scontata, ogni personaggio è caratterizzato nella sua potenzialità di cedere ad una probabile tentazione, sigillata da una canzone a tema.

Nessuno resta immune: da Don Abbondio alla Perpetua finta veneziana, da Don Rodrigo ai suoi bravi, da Renzo a Lucia, senza escludere Agnese e lo stesso cardinal Borromeo, interpretati da Carlo Buccirosso, Gino Monteleone, Veronica Mazza, Antonio Pennarella, Peppe Miale, Monica Assante Di Tatisso, Claudia Federica Petrella, Giordano Bassetti e Giuseppe Ansaldi.

Soldi, potere, sesso e successo diventano espressione di un mondo corrotto che si muove in una piccola dimensione provinciale ma che, nella maschera rosso fuoco che fa da sfondo scenografico al dialogo tra don Rodrigo e Carlo Borromeo, diventa la cattiva coscienza della nostra contemporaneità.

Carlo Buccirosso analizza tutto questo nei suoi Compromessi Sposi, con leggerezza e musicalità, con toni disarmanti ma mai moraleggianti.

E’ così che, ironicamente, utilizzando una chiave di lettura satiro-farsesca e la freschezza del linguaggio musicale, questo spettacolo scruta tutta la debolezza e corruzione umana senza fare sconti alcuni e senza risparmiare nemmeno la figura materna di Agnese o la santità del cardinal Borromeo.

Ebbene sì, tutto il mondo è paese e ogni paese è il mondo quando si balla, si canta e si ride sulla scia tentatrice del compromesso umano!

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