Il Diavolo certamente

Il Diavolo certamente

In uno scompartimento di un treno Intercity sei passeggeri, l’uno diverso dall’altro, si incontrano. Come in un romanzo giallo che si rispetti ognuno di loro ha una storia da raccontare e, ovviamente, segreti da nascondere. Questa location che si può definire ormai d’altri tempi è l’ambientazione  dello spettacolo “Il Diavolo, certamente”, in scena al Teatro Vittoria fino al 28 gennaio.

Da quando è stato inventato, il treno, ha sempre avuto un certo fascino. Il viaggiatore che utilizzava questo mezzo di locomozione si preparava a vivere il tempo, senza fretta, insieme ad altri passeggeri, magari scambiando qualche chiacchiera. Gli scomparti erano delle vere e proprie piccole case all’interno delle quali ognuno personalizzava il proprio posto con bagagli , oggetti personali, giornali e ovviamente qualcosa da mangiare. Ed è proprio all’interno di uno di questi scompartimenti che si incontrano le storie di sei sconosciuti che per passare il tempo parlano del più e del meno e, guarda caso, della possibile esistenza del diavolo.

Lo spettacolo diretto e interpretato da Stefano Messina ha uno schema semplice e lineare: ogni passeggero comincia a raccontare una vicenda che gli è accaduta e, quasi magicamente, i ricordi prendono vita, interpretati sul proscenio dagli stessi attori. Nello scorrere della trama le storie dei sei viaggiatori cominceranno stranamente ad intrecciarsi dando vita ad un finale inaspettato.

La commedia è gradevole e leggera. A tratti anche troppo. I personaggi, infatti, sono interpretati dagli attori sempre con fare caricaturale, tanto da sembrare quasi innaturali. Fra gli attori, comunque bravi, spicca l’interpretazione di Roberto Della Casa che conferma con questa ennesima messa in scena la sua, ormai consolidata, natura da animale da palcoscenico.

La scenografia è realizzata magistralmente da Alessandro Chiti. Il palcoscenico è diviso in due sezioni, una retrostante nella quale è stato ricostruito fedelmente l’interno di uno scompartimento di un Intercity, e una antistante nella quale vengono riprodotte le scene dei ricordi dei passeggeri. Ad arricchire il tutto, ci sono inoltre, sui lati, due pareti girevoli che rendono movimentati ed interessanti i cambi di scena. L’adattamento di Claudio Pallottini del testo di Andrea Camilleri (dal quale è tratto lo spettacolo) funziona, ma necessita probabilmente di qualche piccolo ritocco. La narrazione, infatti, risulta troppo lunga e dispersiva perdendo energia nell’ultima parte dello spettacolo.

In definitiva, Il Diavolo, certamente con questo debutto in prima nazionale, messo in scena dalla compagnia attori & tecnici del Teatro Vittoria di Roma risulta gradevole, appassionato e promettente. L’utilizzo dello scompartimento del treno come piccolo palcoscenico mette in atto un riuscito esperimento di meta-teatro.

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