Guida all’ascolto: Manon Lescaut

Guida all’ascolto: Manon Lescaut

di Marica Mancini

Oggi proponiamo uno spunto di riflessione su Manon Lescaut, una delle più celebri opere liriche il cui libretto fu firmato tra gli altri dal nostro Giacomo Puccini. Una sorta di guida all’ascolto dunque che possa stimolare il vostro interesse e risvegliare il desiderio di seguire l’opera. 

 

«Come l’uccello che segue la primavera in tutti i luoghi… Poesia! Amore!»

Fra il giovane studente Renato Des Grieux e Manon Lescaut è amore a prima vista. La fanciulla, destinata alla vita monastica, è vittima di un tentato rapimento da parte del banchiere Geronte di Ravoir, anch’egli folgorato dalla bellezza della protagonista. Ella decide di seguire a Parigi il suo vero amore. Ben presto però Manon sarà attratta dagli agi che le offre il ricco banchiere e abbandona Des Grieux. Testardo e caparbio egli non rinuncia a Manon per la quale si era opposto al volere della propria agiata famiglia finendo in miseria. La ritrova e stringendola a sé le ricorda i giorni felici passati assieme. Geronte li sorprende e giura vendetta denunciando Manon di tradimento: verrà rinchiusa nella prigione di Le Havre per poi essere deportata in America. Des Grieux è disperato, non vuole separarsi da lei, implora il comandante della nave ed ottiene il consenso di imbarcarsi con l’amata. I due riescono a fuggire ma vagano senza meta. Manon è stremata dalle fatiche e, cadendo al suolo, abbraccia la morte nonché il suo amore per sempre.

manon-lescautIl girotondo inesorabile dei librettisti di Manon Lescaut ha come capo fila l’ispiratore Antoine François Prévost, ma il dramma acquista maggiore notorietà con Giacomo Puccini che ne rivoluziona l’impianto di partenza riducendolo a quattro atti. Certo è che il nostro compositore lucchese dovette misurarsi con l’affermato Jules Massenet il quale adornò di caratteristiche “alla francese” la sua Manon. È la stagione pucciniana dell’amore disperato che dalla giovinezza alla maturità non tralascia età alcuna e sfiora il fascino apparente del salotto, l’attaccamento allo sfarzo di una vita lussuosa fino alla supplica d’amore, unica possibilità di vita insieme.

Dopo la conquista della libertà e la misura del proprio coraggio anche in terra straniera, la passione sfrenata si esaurisce con il bruciare della vita stessa e della «beltà funesta» che «ire novelle accende». “Sola… perduta… abbandonata” conferma l’attaccamento di Manon alla vita terrena che presto si dissolverà nel pulviscolo cosmico dell’oscuro ciel diventando del deserto profondo nutrimento.

L’opera non conosce confini e orizzontalmente spazia dalle località francesi alle sterminate lande ai confini di New Orleans per sottolineare il gravoso girovagare di Manon e Des Grieux. Il duetto finale dell’addio alla vita sancisce il tacito patto dell’eterno amore che, a seconda della scelta stilistica adottata, soffoca con un pianto di Renato o tuona con un grido stridente che squarcia il cielo

 

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