COSE DA NON CREDERE, UNO PIU’ IGNORANTE DELL’ALTRO

COSE DA NON CREDERE, UNO PIU' IGNORANTE DELL'ALTRO
(7.4.08) Dal manager convinto che Napoleone ha trionfato a Waterloo al politico che fa confusione con gli asini, l'asineria è imperante. “Non vorrei che sulla vicenda Alitalia, ha detto Di Pietro, si faccia come l'asino di Buridano che diceva questo prato non mi piace, quest'erba non va bene e alla fine è morto di fame”. In realtà il mitico asino – che non parlava, il ministro forse si confonde con Bertoldo che non era mai contento dell'albero a  cui volevano impiccarlo – morì di fame perché non sapeva decidersi tra due mucchi di fieno perfettamente uguali. L'apologo, che dovrebbe illustrare la teoria del filosofo Buridano circa la superiorità dell'intelletto sulla volontà, non ha niente a che vedere con la vicenda Alitalia, nella quale non c'è mai stata una superiorità dell'intelletto e delle sue ragioni sulla volontà, al contrario le ragioni dell'azienda sono state sempre subordinate, e lo sono tuttora, alle piccole volontà e velleità di politici, manager e pseudomanager, sindacalisti. E ora per rilevare l'Alitalia non ci sono due offerte, due mucchi di fieno uguali tra cui poter scegliere, ce n'è uno solo, quello dell'Air France. Più che un mucchio, un mucchietto, commisurato a quel poco che resta, dopo le dissipazioni, di un'ex grande compagnia aerea che costoro hanno portato a perdere un milione e mezzo al giorno. E dall'altra parte ci sono solo chiacchiere. E' augurabile che diventino presto fieno, altrimenti povera Alitalia e povera Italia. Ma tanto tutti sanno – politici, sindacalisti, manager – che alla fine a pagare saremo sempre noi. 

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