A Clockwork Orange: a teatro si può!
foto di Francesco Squeglia

A Clockwork Orange: a teatro si può!

Latte+, oltre il ricordo di Kubrick

Immaginate un gruppetto di ragazzi, benestanti e in fondo un po’ annoiati, girovagare per le strade del quartiere alla ricerca spasmodica di un’emozione forte e nuova: occhi fissi davanti, sgranati, denti serrati. Cosa vi viene in mente? A chi pensate sentendo le parole drughi, gulliver e latte+…? Adesso provate ad unire questa storia che ben conoscete, alle note di un musicista come Morgan e trasponete tutto sulle tavole del Teatro Eliseo: questa è Arancia Meccanica firmata Gabriele Russo.

foto di Francesco Squeglia

Dalla versione cinematografica che del romanzo di Anthony Burgess diede Stanley Kubrick nel ’71, passiamo qui all’originale testo teatrale che lo stesso Burgess  realizza nel ’90 per la Royal Shakespeare Company. Una scommessa vinta, che porta in scena con lo stesso accattivante gusto per l’estremo la vicenda oscura e spaventosa di alcuni giovani amici, del loro delirio e forse dell’ancor peggiore mania di controllo di uno Stato supremo desideroso di plasmare il bravo ragazzo secondo propri mezzi coercitivi.

Un convincente Daniele Russo nei panni di Alex a braccetto con l’ottimo Sebastiano Gavasso nel ruolo di Dim e Alessio Piazza come Georgie, sulle scene perfette di Roberto Crea, rivivono senza incertezza alcuna le avventure di un’umanità alla perenne ricerca di uno stimolo. Tra stanze mobili, come a vedere un film, ed enormi sacche piene di un latte speciale, calate dall’alto a regalare quel tutto mancante del vivere comune, ci si ritrova dentro una rincorsa costante nel tentativo ultimo finalmente di galvanizzarsi.

foto di Francesco Squeglia

I colori cupi dei cattivi ragazzi, tutti giacca, cravatta e pelliccia, in quel confine latente tra apparenza borghese e puro istinto animalesco, si scontrano con la forma pura del mondo dei giusti fatto di un colore giallo acceso, brillante. Il nero della notte contro la potenza del sole: il binomio che veicola la storia di A Clockwork Orange riprende potenza in teatro con uno spettacolo davvero degno di nota. Non un dubbio da parte di nessuno degli attori, tutto scorre con una perfezione quasi maniacale e un ritmo che alterna la calma dell’attesa, l’eccitazione dell’azione, la disfatta e infine la spaventosa metamorfosi. Il Dott. Brodsky di Alfredo Angelici poi e il ministro col volto e i capelli cotonati di Paola Sambo, ben identificano il delirio di onnipotenza che rappresentano. E Ludovico Van, l’enorme, l’eccelso Beethoven che porta Alex in estasi non può che stravolgere con la propria potenza.

Fino al 15 maggio questa Arancia Meccanica non si può perdere. Bello!

Arancai meccanica - locandina

 

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