GOOGLE ARUSPICE DEL NUOVO MILLENNIO? CHISSA’, TUTTO E’ POSSIBILE

Google con la sua sempre crescente gamma di servizi sta diventando invasivo della nostra  presenza su Internet come e più di quanto lo sia Microsoft nel campo informatico. La differenza è che Gates è diventato quello che è comprando e a volte anche scopiazzando software e abusando della sua posizione di monopolio, come confermano anche recenti condanne della UE. Mentre Larry Page e Sergey Brin, i due infaticabili ragazzotti della California ora a capo di  un impero del valore di miliardi di dollari, lo sono diventati grazie alla loro geniale capacità innovativa. Non più motore di ricerca ma ormai la più grande azienda pubblicitaria del mondo, Google offre gratuitamente alla collettività informatica servizi che vanno dalla cooperazione in rete (Documents) alla mappatura di qualunque luogo del pianeta (Maps), dalla raccolta e diffusione di filmati amatoriali (You tube) fino all'impegno benefico per il trasferimento in formato digitale di tutti i testi contenuti nelle biblioteche del mondo. Certo, la contropartita pubblicitaria ha anche i suoi svantaggi per chi usa questi servizi: a volte, come quando ci bersaglia con la sua pubblicità centrata sul profilo di consumatore che emerge dalla lettura delle nostre mail, Google dà la sensazione di  fare la parte del Grande Fratello. E' vero che all'atto di sottoscrivere il contratto con gmail si può rifiutare il consenso alla pubblicità ma pochi hanno l'avvertenza di farlo. E poi, diciamo la verità, quell'annuncio che quando scambi delle mail con una persona di sesso femminile ti compare sul video e ti dice: “Hai sfiga con le donne? Ti insegniamo noi come sedurla” è tenero e intrigante. Come suggerisce Subioli, Google come I-Ching, aruspice del nuovo millennio? Ecco una bella domanda
Articolo di Paolo Subioli  

Quando mia moglie ed io ci scambiamo messaggi email riguardanti nostro figlio Tommaso, che per brevità in rete chiamiamo “Tom”, inesorabilmente, accanto al testo del messaggio, appare la pubblicità del navigatore satellitare Tom Tom. Sì, perché entrambi abbiamo scelto di fare un piccolo sacrificio, in termini di privacy, ed adottare, come sistema di posta, Gmail, il servizio di Google che ha profondamente diviso gli appassionati di internet, tra sostenitori e detrattori. Io sono tra i primi, perché ritengo che Gmail abbia veramente cambiato – ed in meglio – il modo di usare la posta elettronica.
Poter usufruire gratuitamente di un servizio che è al top, nel suo settore, comporta di dover subire la pubblicità più pervasiva che c’è, quella contestuale. Una forma di propaganda indirizzata proprio a me, ed esattamente nel momento in cui la mia attenzione è rivolta a determinati oggetti o argomenti. Gli inserzionisti comunicano a Google le parole chiave da associare ad ogni annuncio, ed i potenti computer dell’azienda californiana automaticamente lo collocano accanto ai messaggi email più pertinenti col suo contenuto. Ciò comporta la scoperta, da parte degli utenti, che la posta elettronica non sia affatto una forma di comunicazione strettamente privata. Ma questo vale per qualsiasi servizio di email! Quando si parla di privacy, la questione non è tanto se i nostri dati possono essere letti da altri – cosa quasi inevitabile, se si sta in rete – ma che cosa questi altri ci fanno, con i nostri dati.
 
Le "Google-spie" ci leggono dentro…
L’imbarazzo di avere a che fare con degli spioni – seppure “non umani”, come tiene a precisare Google – che leggono continuamente la nostra corrispondenza, per tentare di venderci qualsiasi cosa, è compensato non solo dal fatto che, spesso, gli annunci sono effettivamente utili, ma anche, e soprattutto, dai risvolti ludici di questo sistema. Personalmente non mi divertivo più con la pubblicità dai tempi di Carosello (sì, sono di quella generazione) e provo un particolare gusto a partecipare al gioco di scoprire le associazioni tra i messaggi ed i miei interlocutori.
Una volta c’era stato un vivace scambio di battute tra colleghi, a proposito del Family Day, poi proseguito in rete. Leggendo un messaggio della più accesa sostenitrice di quella manifestazione, ho dato un’occhiata alle pubblicità contestuali. Accanto ad annunci su “quadri religiosi” e “riviste di centro-destra”, che non mi hanno sorpreso, ho trovato un “manuale di autostima e seduzione”, “biancheria sexy” “crema depilatoria” ed un sistema per liberarsi dalla dipendenza di Subutex, un sostituto dell’eroina simile al metadone. Niente male, per una giovane mamma che va in piazza per brandire la bandiera dell’orgoglio cattolico.
Quando arrivano messaggi di amici che insegnano all’università, ecco fioccare le pubblicità del Cepu e di “Lauree a distanza”. Se a scriverti è il tuo commercialista, è la volta di “Archiviazione documenti” e “Scadenze fiscali”. Ma tra gli annunci più scontati, si insinuano anche messaggi come “Cerco amore sincero”, “Stop alla Sfiga” e “Tua moglie ti tradisce?”. Quindi la lettura dei messaggi pubblicitari si presta a sospetti, equivoci, forse anche ricatti. Un certo Eric si è lamentato pubblicamente: “Accanto alle mie email, vengono pubblicizzati incontri per maschi single. Google ritiene che io sia gay!”. Le implicazioni per la privacy, dunque, non sono secondarie, ed infatti la Gmail è stata da subito (la sua introduzione risale all’aprile 2004) nel mirino delle associazioni americane per i diritti civili, e qualche senatore ha perfino tentato di introdurre leggi che la mettessero al bando.

…ma leggono anche nel futuro?
Si dice che quelli di Google, a forza di monitorare tutte le ricerche effettuate nell’intero pianeta, a leggere i messaggi email e ad elaborare statistiche di accesso ai siti, sappiano tutto di noi utenti internet, al punto da essere in grado di anticipare i nostri bisogni, prima che noi stessi siamo in grado di esprimerli. È per questo che mi preoccupa un po’, oggi, constatare che, accanto ai miei messaggi, fanno capolino le pubblicità “Prestiti a pignorati” e “BNL Prestito Revolution”. Rimarrò senza soldi o sto per acquistare una casa? Forse l’email sta diventando una forma postmoderna di oroscopo, dove i segni zodiacali sono tanti quanti gli abitanti della terra.

 Il fatto che siano macchine, e non uomini, ad elaborare questi contenuti, rende il fenomeno misterioso, e per certi versi affascinante. Interpretare la volontà di questo Grande Fratello virtuale potrebbe diventare un’arte, come quella antica della divinazione, con i messaggi email al posto delle viscere degli animali o del volo degli uccelli. Sarà un caso, ma pochi giorni dopo aver accertato l’associazione tra mio figlio e il Tom Tom, ho potuto direttamente constatare le sue doti di ottimo lettore di carte geografiche in un viaggio di famiglia.
“Apollo! Mostra i segni, qui ora!”, recitavano gli aruspici durante l’atto di divinazione. “Google! Dimmi tu: chi sono io?”

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